Marocco

Turiste uccise in Marocco: processo dal 2 maggio

Il 12 aprile il tribunale di Rabat ha già condannato a 10 anni uno svizzero coinvolto nell’assassinio delle due ragazze scandinave
Foto Keystone
Ats
23.04.2019 14:20

RABAT - Il processo per l’assassinio, lo scorso dicembre, di due turiste scandinave in Marocco si aprirà il prossimo due maggio a Salé, nei pressi di Rabat. Lo ha indicato la difesa, precisando che in totale saranno 24 le persone alla sbarra, tra cui un ginevrino, binazionale ispano-svizzero.

Lo scorso 12 aprile, il tribunale di Rabat aveva condannato a 10 anni di carcere l’altro svizzero - un 33.enne ginevrino, che ha pure la nazionalità britannica - coinvolto nell’assassinio delle due ragazze. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di partecipazione ad associazione terrorista, apologia del terrorismo e mancata denuncia di crimini.

Gli imputati a Salé sono accusati di «apologia del terrorismo», «costituzione di una banda per attentare all’ordine pubblico» e «aiuto premeditato ad autori di atti terroristici», ha indicato all’agenzia Afp l’avvocato difensore Saad Sahli. Lo scorso febbraio l’ispano-svizzero era stato interrogato da un giudice istruttore antiterrorismo, proclamandosi innocente.

L’uomo, convertitosi all’Islam nel 2011 nella Grande Moschea di Ginevra dove viveva e residente a Marrakech dal 2015, era stato arrestato lo scorso 29 dicembre nella città marocchina per i suoi legami con i presunti autori dell’assassinio delle due turiste, avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 dicembre. Le due studentesse, una 24enne danese e una 28enne norvegese, sono state uccise e decapitate in una località isolata dell’Alto Atlante, in una zona apprezzata dagli escursionisti.

Le autorità marocchine avevano indicato di aver arrestato una ventina di persone, già tutte comparse davanti a un giudice istruttore. I principali sospettati sono quattro e apparterrebbero a una cellula che si ispirava all’ideologia dell’Isis, ma che non avrebbe avuto contatti diretti con i quadri dell’organizzazione islamista in Siria o in Iraq. Fra di loro figura il presunto capo della «cellula terroristica», un mercante ambulante di 25 anni.