Turisti più «coccolati» alla diga della Verzasca

La diga della Verzasca è vittima del suo successo, perlomeno per quel che riguarda la sicurezza del traffico nel periodo compreso tra aprile e ottobre. Nei mesi «caldi» per il turismo, il fascino della parete di cemento armato di ben 220 metri, la quinta più alta in Svizzera, è una delle principali attrazioni del Locarnese. Oltre alla sua imponenza architettonica, la diga attira visitatori da tutta Europa anche per l’offerta di bungee jumping, resa peraltro celebre dal film «GoldenEye» con Pierce Brosnan nelle vesti dell’agente segreto 007 James Bond. Negli ultimi due anni, inoltre, la parete a strapiombo ha anche ospitato due edizioni della competizione Red Bull Dual Ascent. Come non ricordare poi le migliaia di turisti giunti da ogni dove per ammirare il bacino artificiale completamente prosciugato nel 2022 per permettere la revisione dell’impianto idroelettrico. Definita anche la «porta della Verzasca» la zona ospita inoltre un Infopoint molto frequentato. Insomma, nella bella stagione la diga attira migliaia di persone. E a risentirne è, come detto, la sicurezza del traffico di transito lungo la cantonale della Verzasca.
Incidenti tutt’altro che rari
Un problema che in altre zone sensibili della valle è stato risolto con interventi puntuali (vedi CdT del 15 ottobre). Resta dunque da porre rimedio alla situazione nel comparto della diga, anche alla luce delle numerose segnalazioni che giungono da più parti: Autopostale SA lamenta i rischi e la precarietà delle fermate ufficiali; la Polizia Intercomunale interviene regolarmente per incidenti che coinvolgono auto, camper, bus e motociclette. Il personale dell’Infocentro, della Verzasca SA e dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli interviene con misure tampone. La precarietà della situazione riguardante i «posteggi selvaggi» è d’altronde sotto gli occhi di tutti, rimarca il Municipio di Gordola nel messaggio con il quale chiede un credito di quasi 1,2 milioni per una soluzione attesa ormai da anni. Perché il Municipio di Gordola, vi chiederete, interviene per sistemare quella che è definita la «porta d’accesso» della Valle Verzasca? La risposta è semplice: perché la zona in cui è situata la diga si trova all’interno del territorio del Comune che, pur sviluppandosi prevalentemente sul Piano, si estende fino all’inizio della valle.
Primi studi nel 2013
Come vedremo più avanti, il costo degli interventi per accrescere la sicurezza in questa delicata zona sarà comunque suddiviso tra più enti, compreso il Comune di Verzasca. Interventi, dicevamo, che sono attesi da tempo: il primo studio per risolvere un problema definito «urgente» è datato 2013 e quattro anni più tardi, dopo una prima variante elaborata dallo studio Bonalumi & Ferrari su incarico della Fondazione Verzasca e della Verzasca SA, l’Esecutivo gordolese ha dato mandato alla Coml.ch d’identificare alcuni interventi per aumentare la sicurezza dell’intero settore rendendolo, anche visibilmente, chiaramente a carattere turistico. Nel 2020 l’opera è stata riconosciuta quale misura del Programma d’agglomerato del Locarnese di quarta generazione ottenendo così i finanziamenti federali. Nel 2022 è stato consegnato il progetto definitivo che prevede la creazione di uno stallo a norma per i bus di linea, che garantisca le esigenze di sicurezza e di accesso facilitato per le persone disabili, e di un altro stallo per i bus turistici. Prevista anche la riorganizzazione dei posteggi con la demarcazione secondo il livello «confort» di 22 stalli (oggi sono 28) e la realizzazione di un percorso pedonale sicuro.
Costi ripartiti tra più enti
Nel 2024 si sono infine definiti modello e quote di finanziamento. Dedotti i sussidi federali (149 mila franchi), cantonali (272 mila franchi) e le spese a carico dei Comuni dell’agglomerato (147 mila franchi), a carico di Gordola, capofila del progetto, resta la somma di 622.000 franchi. Questo importo potrà beneficiare dei contributi del Comune di Verzasca (30 mila franchi), dell’omonima Fondazione (50 mila franchi), della società proprietaria dell’impianto idroelettrico (220 mila franchi) e dell’Associazione che si occupa della promozione di progetti in valle (20 mila franchi). Alla fine l’onere a carico di Gordola è dunque di poco superiore ai 300 mila franchi.
