UBS, Berna e Washington più lontane

BERNA - L'accordo tra Berna e Washington riguardo a UBS ha subito una nuova battuta d'arresto: la Commissione della politica estera del Consiglio nazionale lo ha infatti respinto con 15 voti contro 9 e un'astensione, raccomandando a quella dell'economia e dei tributi - competente in materia - di fare altrettanto.
Alcuni membri della Commissione ritengono che la prevista trasmissione di dati bancari su presunti evasori fiscali di UBS non sia compatibile con i principi dello Stato di diritto. Altri consiglieri nazionali condizionano il loro sostegno a misure accompagnatorie per risolvere il problema delle banche troppo grandi per fallire ("too big to fail"), hanno comunicato oggi i servizi del parlamento.
Una proposta in tal senso avanzata dalla sinistra è però stata respinta con 17 voti contro 8. Qualora fosse stata accolta, avrebbe inserito nel decreto di approvazione le raccomandazioni della commissione di esperti istituita dal Consiglio federale. Le prime indicazioni, presentate ieri, lasciano infatti presagire una maggiore regolamentazione per UBS e Credit Suisse, per evitare che un loro fallimento comporti un tracollo di tutta l'economia.
Oltre che da socialisti e Verdi, l'accordo è stato combattuto per ragioni di principio anche dall'UDC. Soltanto una minoranza ha appoggiato il risultato negoziale raggiunto dal Consiglio federale.