Uccisa una guardia della centrale nucleare di Charleroi

BRUXELLES - Una guardia della sicurezza ad una centrale nucleare di Charleroi, a 50 chilometri da Bruxelles, è stata uccisa due giorni dopo gli attentati di Bruxelles e le è stato derubato il badge d'ingresso al sito. Lo riferisce il quotidiano belga Dernière Heure citando fonti della polizia.
In base a quanto ha appreso l'agenzia di stampa italiana Ansa, la guardia stava portando fuori il cane quando è stata ferita a morte da un colpo di pistola alla testa.
Il suo pass d'ingresso alla centrale nucleare è stato rubato e questo ha allertato gli investigatori. Giovedì è emerso che tra gli obiettivi dei due fratelli kamikaze dell'aeroporto di Bruxelles, Khalid e Ibrahim El Bakraoui, ci potessero essere - ricorda il giornale - anche attacchi ad alcuni siti nucleari del Paese.
Aggiornamento:
L'uccisione giovedì sera dell'agente di sicurezza del centro di produzione di elementi radioattivi ad uso medico, nella località di Fleurus, nei pressi di Charleroi, non è legata al terrorismo: lo fa sapere la stessa Procura di Charleroi che smentisce anche le informazioni circolate secondo cui qualcuno avrebbe rubato il suo badge d'ingresso all'istituto.
Ma cresce il timore di un attentato nucleare
NEW YORK - Preoccupa le autorità belghe ma non solo la vulnerabilità delle centrali nucleari del Belgio: lo scrive oggi con ampio rilievo il New York Times, citando anche il ministro britannico della Difesa Michael Fallon, e una serie di esperti statunitensi.
Tra i timori espressi dal Nyt, non tanto il rischio di ottenere e di trasformare uranio fortemente arricchito in una bomba nucleare, ma quello di fabbricare una 'bomba sporca' a partire da rifiuti radioattivi o anche di danneggiare, provocandone la chiusura parziale o totale, una o più centrali nucleari, che in Belgio garantiscono la maggior parte della fornitura energetica.
Il quotidiano ricorda che il Belgio ha vissuto una serie di incidenti nucleari minori e che pochi mesi fa, per esempio, il sistema informatico dell'agenzia nucleare belga era stato penetrato da hacker.
Non solo: nel 2012 due dipendenti della centrale di Doel avevano lasciato la centrale per recarsi in Siria e arruolarsi nell'Isis. Hanno combattuto in una brigata composta da molti belgi, tra cui Abdelhamid Abaaoud, uno dei 'cervelli' degli attacchi di Parigi, e uno di loro sarebbe morto combattendo in Siria. L'altro, incarcerato in Belgio nel 2014, sarebbe stato liberato l'anno scorso.
Sempre a Doel, una persona ancora da identificare penetrò nel 2014 nel reattore n.4, aprì un rubinetto facendo fuoriuscire 65mila litri di olio usato per lubrificare le turbine, provocandone la chiusura per cinque mesi. Il caso non è mai stato risolto e si ignora se sia da legare al terrorismo.
Non si esclude inoltre che i commando degli attacchi di Parigi e di Bruxelles stessero pensando ad operazioni che coinvolgessero strutture nucleari belghe. Per esempio si pensa che Ibrahim e Khalid al Bakraoui, due dei kamikaze di Bruxelles, stessero sorvegliando un ingegnere nucleare, insieme con Mohammed Bakkali, arrestato dopo gli attacchi di Parigi, accusato di aiutare i terroristi.
Secondo un esperto Usa, Cheryl Rofer, bombe artigianali simili a quelle degli attacchi di Bruxelles potrebbero danneggiare una centrale come quella di Tihange, provocandone l'immediata chiusura, ma probabilmente non una fuga radioattiva, visti i sistemi di sicurezza esistenti.
Un altro esperto di Harvard, Matthew Bunn, non esclude che si possano utilizzare prodotti come il Cesio 137 del centro nucleare di Mol per una bomba sporca. "È come borotalco - spiega Bunn -. Se costruite una bomba sporca, provocherete il panico, dovrete organizzare evacuazioni e spendere un sacco di soldi per ripulire. La distruzione economica potrebbe essere molto elevata". Il timore è che terroristi islamici possano rapire o ricattare uno scienziato nucleare e obbligarlo a collaborare con loro.