Ucciso in una sparatoria l'attentatore di Berlino

MILANO - È il killer di Berlino Anis Amri l'uomo morto la scorsa notte nel Milanese, durante un conflitto a fuoco con la polizia. L'uomo, durante un normale controllo stradale in piazza primo Maggio a Sesto S.Giovanni, intorno alle 3, ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una Volante che hanno risposto al fuoco uccidendolo.
Secondo quanto riferito dalla polizia, la Volante si sarebbe fermata di fronte alla stazione di Sesto San Giovanni, per un normale controllo. L'uomo, che era a piedi, alla richiesta di mostrare i documenti avrebbe tirato fuori una pistola dallo zaino e avrebbe sparato a un poliziotto, colpendolo a una spalla. A quel punto gli agenti hanno quindi risposto al fuoco uccidendolo. Contro Amri "sono stati esplosi due colpi" ed "è stato raggiunto al costato da un proiettile" risultato mortale, hanno poi riferito gli investigatori. "Non risulta abbia urlato Allah Akbar, bensì poliziotti bastardi". È quanto ha detto il questore di Milano Antonio de Iesu.
Trovato il suo smartphone
Dopo il portafoglio, nel tir della strage è stato ritrovato anche lo smartphone di Amri, un modello della Htc. Lo scrive Spiegel citando fonti della sicurezza.
"L'analisi dello smartphone è in corso"aggiunge il settimanale, che sottolinea come il ritrovamento dello smartphone e del portafoglio con il documento che ha indirizzato gli inquirenti sulla giusta pista sia avvenuto in ritardo, il giorno dopo l'attentato.
Abbiamo lavorato secondo il principio "accuratezza prima della velocità", ha detto il capo della polizia di Berlino, "ci sono standard ai quali ci atteniamo".
Il poliziotto colpito sta bene
Il poliziotto colpito alla spalla è stato subito portato all'ospedale di Monza per essere operato. "Il proiettile era entrato nella spalla destra e si era fermato a livello superiore, era rimasto superficiale", ha spiegato il dottor Giovanni Zatti. "L'operazione è durata 15-20 minuti e non è stata particolarmente difficile, l'agente sarà ricoverato - ha spiegato Zatti - ma poco, vedremo il post operatorio. Tornerà al lavoro al cento per cento sicuramente".
"All'inizio l'agente non sapeva chi gli aveva sparato, ma poi dei colleghi glielo hanno detto e penso che per lui - ha commentato il primario - sia una bella soddisfazione". Al momento il paziente "è tranquillo, ma di più non vi posso dire perché non l'ho intervistato".
Ad uccidere il terrorista è stato il suo collega, un 29enne agente in prova al commissariato di Sesto San Giovanni.
Amri arrivava dalla Francia
Dagli accertamenti della Digos, coordinati dal capo dell'antiterrorismo milanese Alberto Nobili, Anis Amri è arrivato in Italia dalla Francia, in particolare da Chambery (Savoia), da dove ha raggiunto Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno all'una di notte. Infine dalla Stazione centrale si è spostato a Sesto San Giovanni, dove attorno alle 4 ha incrociato i due agenti della Volante.
L'ipotesi degli inquirenti e degli investigatori dell'antiterrorismo milanese che stanno cercando di ricostruire gli spostamenti del tunisino è che questi potrebbe avere avuto "coperture" e "appoggi" da qualche esponente della comunità islamica di Sesto San Giovanni.
La Germania ringrazia
"Siamo molto grati alle autorità italiane per la stretta collaborazione", ha detto il portavoce del ministro degli Esteri tedesco nella conferenza stampa di governo in corso a Berlino.
La procura di Monza si occuperà del caso
Sarà la Procura di Monza, diretta da Luisa Zanetti, ad occuparsi della sparatoria che ha portato alla morte di Anis Amri. Il tunisino è stato infatti colpito a morte a Sesto San Giovanni, territorio di competenza dei pubblici ministeri monzesi. Della ragione per la quale l'uomo si trovasse a Sesto si occuperà invece l'anti terrorismo di Milano.
Forse coinvolto anche nell'omicidio di un 16.enne in Germania
La polizia di Amburgo sta verificando l'ipotesi che Anis Amri sia anche l'autore dell'omicidio di un 16.enne avvenuto lo scorso ottobre. Gli inquirenti hanno trovato "somiglianze" tra la foto di Amri e "l'identikit realizzato dopo il delitto". Un portavoce della polizia ha confermato l'indiscrezione dei quotidiani del gruppo Funke, scrive l'agenzia tedesca Dpa, specificando che "si tratta di una nuova traccia che stiamo seguendo" ma che "per ora non sono stati riscontrati indizi".
Il 16.enne era stato ucciso con diverse coltellate mentre si trovava lungo il fiume Alster assieme alla sua ragazza che si era invece salvata gettandosi nel fiume. L'Isis aveva rivendicato l'assassinio ma gli inquirenti, ancora oggi, hanno ribadito di ritenere "assai improbabile" tale rivendicazione, conclude la Dpa.