L'analisi

Ucraina pronta alla controffensiva, nessuna certezza su dove e quando

Tutti gli osservatori sembrano essere convinti di una ravvicinata azione delle truppe del presidente Zelensky – I documenti dell'Intelligence USA trafugati potrebbero tuttavia aver consigliato ai generali una modifica dei piani
© KEYSTONE (Roman Chop via AP)
Dario Campione
22.04.2023 06:00

«Non sappiamo quando né dove, ma presto l’Ucraina lancerà la sua controffensiva pianificata da tempo». Gli analisti di The Economist sono sicuri: «L’Ucraina - hanno scritto ieri - potrebbe non avere mai più una possibilità migliore di questa. Gli occupanti russi sono indeboliti», sfiancati da un assedio lunghissimo e «senza senso strategico» attorno alla città di Bakhmut, nella regione del Donbass, dove non sono riusciti «a sostituire le decine di migliaia di uomini che hanno perso».

Succederà, quindi, ciò che tutti hanno potuto leggere nei documenti dell’intelligence USA trafugati la settimana scorsa e rivelati dal Financial Times: entro il 30 aprile, Kiev scatenerà l’inferno a Sud e a Est. Obiettivo: chiudere il corridoio verso la Crimea e riprendersi parte dei territori occupati dall’esercito di Mosca. Succederà. Forse.

Perché gli stessi documenti top-secret degli 007 americani lasciavano trapelare un certo pessimismo di Washington sul fatto che l’Ucraina potesse raggiungere concretamente i suoi obiettivi, nonostante gli aiuti militari occidentali arrivati praticamente senza sosta.

Qual è, allora, la verità - se di verità si può parlare in uno scenario di guerra? Difficile dirlo. Se si pensa, ad esempio, all’annunciata e mai davvero avviata offensiva russa che avrebbe dovuto segnare l’inverno dei belligeranti.

Le certezze, sui campi di battaglia, non esistono. Non è improbabile che alcuni dei file usciti dai computer dei Servizi statunitensi siano stati modificati. L’improvviso rilascio di una tale quantità di materiale sensibile, hanno fatto notare alcuni esperti in materia, offre a tutte le parti l’opportunità di diffondere la propria disinformazione, compresi ovviamente i pianificatori ucraini che tentano di nascondere le loro, reali, intenzioni o i progetti di una possibile controffensiva.

«Se qualcuno pensa che riferiamo ad altri i nostri piani, allora si sbaglia profondamente - ha detto all’Associated Press Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina - Questioni di sicurezza così delicate vengono decise in incontri a porte chiuse con il presidente Volodymyr Zelensky e solo lì si decide quando, in quale direzione e a quale ritmo libereremo il nostro territorio». Kiev non condivide informazioni altamente sensibili con alcuno, ha insistito Danilov. Cosa non del tutto credibile, visto che dal primo giorno di guerra è chiaro a tutti quanto importante sia stato (e sia tuttora) il sostegno strategico occidentale allo stato maggiore ucraino.

Di certo c’è che un’eventuale controffensiva giungerebbe al culmine di un autentico massacro. Sia l’Ucraina sia la Russia, ha scritto giovedì il Financial Times, hanno imposto il segreto di Stato sulle cifre ufficiali delle proprie vittime. Ma le Intelligence di USA e Gran Bretagna hanno fatto alcune stime: i morti dell’Ucraina sono stati sin qui 100 mila, forse addirittura 120 mila; di questi, i soldati uccisi in azione sarebbero tra i 16 mila e i 17.500. Washington stima poi che le vittime complessive della Russia, dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio 2022, ammontino invece a 200 mila uomini.

Il possibile scenario

Secondo il Time, non è possibile disegnare con certezza gli scenari della controffensiva ucraina. Il caos innescato dalla fuga di notizie potrebbe avere spinto in qualche modo i vertici militari a modificare i propri piani. A febbraio, Vadym Skibitskiy, vicecapo della direzione dell’Intelligence militare di Kiev, aveva affermato che l’Ucraina stava progettando di «inserire un cuneo nel fronte russo a Sud, tra la Crimea e la Russia continentale». Una trama preoccupante per Mosca, almeno a detta di George Barros, ricercatore dell’Institute for the Study of War, un gruppo di studi indipendente di Washington (finanziato in parte da società e aziende fornitrici e appaltatrici del ministero della Difesa).

L’Ucraina, sostiene Barros, potrebbe attaccare l’oblast di Zaporizhzhia dove l’esercito russo, così come mostrano le immagini satellitari, ha innalzato linee di difesa fortificate: fossati anticarro, rifugi, trincee e gli ormai noti denti di drago, blocchi di cemento a forma di piramide progettati appositamente per bloccare l’avanzata dei carri armati.

Questa regione è particolarmente importante per l’Ucraina, e non soltanto per la presenza della centrale nucleare più grande d’Europa. Nell’area tra Melitopol e Tokmak vive un gran numero di persone e sul territorio si affacciano, lungo il Mar d’Azov, i porti necessari all’Ucraina per il proprio commercio estero. Ma la regione è essenziale pure per i russi perché collega l’Ucraina meridionale occupata alla terraferma, Crimea compresa. E le strade che la attraversano sono le principali vie di rifornimento per le truppe moscovite stanziate a Sud. «Se Kiev la riprendesse - dice Barros - creerebbe il peggior collo di bottiglia» per la Russia.

Il delirio di Medvedev

Negli ultimi cinque mesi, da quando cioè l’Ucraina ha respinto i russi attraverso il Dnepr nella provincia di Kherson, a novembre, il campo di battaglia è stato notevolmente statico. Questa, secondo gli analisti, è una cattiva notizia, perché suggerisce che il conflitto rischia di congelarsi lungo una nuova «linea di contatto». La Russia è ben trincerata lungo la maggior parte della linea del fronte e spera di trascinare la guerra a lungo, in modo da far vacillare il sostegno occidentale all’Ucraina.

In questo senso vanno lette, forse, anche le deliranti affermazioni dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, che ieri ha attaccato frontalmente Germania e Gran Bretagna minacciando, com’è solito fare da mesi, scenari apocalittici. «La Gran Bretagna era, è e sarà il nostro eterno nemico. Almeno fino a quando la loro sfacciata e disgustosamente umida isola non si inabisserà nelle profondità del mare dall’onda creata dagli ultimi sistemi d’arma russi», ha scritto Medvedev su Telegram. Per poi aggiungere in inglese, su Twitter: «I tedeschi che vogliono attaccare la Russia devono essere pronti per una nostra parata a Berlino». 

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