Il caso

Ultime ore per il negozio di Chocolat Stella a Bellinzona

Dopo sette anni, alla stazione ferroviaria nella capitale chiude lo spazio dedicato alle specialità dei mastri dolciari di Giubiasco: «Siamo rimasti aperti anche durante la pandemia, quando tutti abbandonavano. Ora, però, dobbiamo cedere questa superficie ad altri perché il nostro contratto non sarà rinnovato»
Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella, ritratta nel punto vendita alla stazione ferroviaria di Bellinzona: aperto sette anni fa, da domenica non ci sarà più (© CdT/Chiara Zocchetti)
Jona Mantovan
19.01.2024 19:00

Dopo sette anni, il negozio di Chocolat Stella alla stazione ferroviaria di Bellinzona abbassa le serrande per sempre. Alessandra Alberti, direttrice dell'azienda il cui stabilimento è nel quartiere di Giubiasco, cerca di trattenere l'emozione e l'amarezza: il contratto con le Ferrovie federali è scaduto e la decisione da parte loro, unilaterale, è stata di non rinnovare la concessione della superficie di vendita al popolare marchio dolciario ticinese.

Cosa succederà, ora, nell'area a destra lungo il corridoio verso la biglietteria? Chi dice che tornerà un K Kiosk probabilmente non si sbaglia. D'altronde, prima della pandemia ce n'era uno proprio dove adesso ha aperto una farmacia. Con un contratto ancora lontano dalla scadenza, al contrario di quello in mano all'impresa cioccolatiera. Sembra di rivivere la trama del film Wonka, con un gruppo di «pezzi grossi» che non vuol vedersi rovinare gli affari dal geniale mastro cioccolataio architettandone la cessazione dell'attività. «Per carità, chi arriverà qui al posto nostro ne avrà tutti i meriti», esclama Alberti. «Però se penso agli anni difficili che abbiamo passato durante la pandemia, quando tutti gli altri avevano chiuso, posso dire che siamo molto delusi da questo trattamento. Abbiamo anche chiesto alle FFS se ci fosse una possibilità, ma finora non abbiamo notizie».

Gli esercizi commerciali che alle prime avvisaglie hanno tagliato la corda, per un motivo o l'altro, sono più di uno. Da Frescotto a Brezelkönig, da City (nel frattempo riaperto) a, appunto, K Kiosk. Ma Chocolat Stella no. «Abbiamo sempre tenuto duro, stretto i denti. E siamo rimasti aperti anche grazie alla volontà delle nostre bravissime colleghe al servizio», spiega la 56.enne mentre si aggira tra gli scaffali colmi di dolci specialità sulle cui confezioni spicca un adesivo arancione e tondo con la scritta «Action» e un prezzo decisamente conveniente rispetto all'originale. «Tanti prodotti sono al 30 o anche al 50 per cento».

Alla stazione di Bellinzona ci sono poche possibilità. Non c'è molto, insomma
Karin, 65 anni di Giubiasco

Piccoli e dolci regali

«Alla stazione di Bellinzona ci sono poche possibilità. Non c'è molto, insomma», sottolinea Karin di Giubiasco, una potenziale cliente che ammira la vetrina del negozio. «E non è male che una persona in attesa del treno possa guardarsi un po' in giro e comprare qualcosa di particolare, qualche piccolo e dolce regalo magari da portare ai parenti nella Svizzera tedesca» aggiunge la 65.enne, la quale ha appreso la notizia da una circolare arrivata nella casella di posta elettronica.

Chi invece è già entrato nel negozio è Alex. «In precedenza ero di rado a Bellinzona. Non ho potuto fare a meno di notare questo negozio» dice il 27.enne, che però conosce molto bene il marchio Chocolat Stella. «Avevo fame di cioccolato, lo ammetto» e con un gran sorriso si avvicina alla cassa portando con sé un bottino notevole. Il giovane docente apprende solo ora che il negozio ben presto chiuderà. «Peccato, perché ci sarei passato altre volte, in futuro». 

Non ho potuto fare a meno di notare questo negozio. Avevo fame di cioccolato, lo ammetto
Alex, 27 anni di Viganello

Annamaria ha appena messo piede fuori dal negozio, pure lei con una busta di tutto rispetto sotto braccio. «Ho saputo della chiusura proprio leggendo un articolo del Corriere del Ticino», afferma la 64.enne, che da molti anni vive a Berna e si trova in Ticino in visita dalla madre. Un lungo viaggio che le capita di fare piuttosto di frequente. «Per fortuna che sarà possibile continuare a fare ‘rifornimento’ nel loro negozio di Giubiasco. Però mi dispiace, perché si tratta di un prodotto ticinese, un regalo sempre apprezzato nella Svizzera tedesca». Nel frattempo, il suo treno è già al binario. Mentre si avvicina alla carrozza, sorridente dichiara di aver approfittato dei forti sconti del momento. «Non avevo pensato che ci sarebbero stati, pur sapendo della chiusura. Ma già che c'ero ho preso qualcosa di più. Ne è valsa la pena».

Vin brûlé offerto

«Nel fine settimana offriremo vin brûlé, cioccolata calda e un buono, per salutare i nostri clienti e invitarli d'ora in poi nel negozio annesso alla fabbrica di Giubiasco, fra l'altro con orari di apertura estesi sull'arco della giornata e il sabato», evidenzia Alberti. «E non è detto che possa esserci un'occasione per aprire da un'altra parte qui vicino». Lo sguardo della dirigente vola oltre la finestra, dall'altra parte della strada. Dove gli uffici di una grande società immobiliare sono spenti e l'ingresso, di conseguenza, chiuso al pubblico. «Questa è stata una bella esperienza e, ora che molte persone hanno saputo di questa nostra chiusura, abbiamo ricevuto varie offerte. Sia in questa regione, sia in altre parti del Ticino. Valuteremo tutte le possibilità per capire quale potrebbe essere un eventuale prossimo negozio, che speriamo di aprire», conclude.

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