Un 22.enne alla sbarra per sexting

Ricattò ragazze dopo aver ottenuto da loro foto osé: è il primo processo di questo tipo in Svizzera
Red. Online
07.05.2014 16:41

HORGEN ZH - Si è aperto stamane davanti al Tribunale distrettuale di Horgen, nel canton Zurigo, il primo processo in Svizzera per un caso di "sexting", l'invio d'immagini erotiche, pornografiche o messaggi sessualmente espliciti mediante cellulare. Un giovane di 22 anni è accusato di aver ricattato alcune ragazze - una delle quali fino ad avere rapporti sessuali - facendosi inviare centinaia di foto e video in cui apparivano nude. L'accusa chiede sei anni di carcere, la difesa quattro anni e mezzo al massimo. La sentenza è attesa nel corso del pomeriggio.

La principale vittima del molestatore è una 15.enne allieva di scuola secondaria, che gli ha inviato 700 foto e un centinaio di video. Tutto era cominciato nel 2011, quando l'adolescente aveva mandato al giovane, con cui chattava, alcune foto in cui appariva in hot pants e con il seno parzialmente scoperto.

Ne è nato un circolo vizioso: il giovane chiedeva quasi ogni giorno tramite l'applicazione di messaggistica istantanea Whatsapp nuovo materiale, minacciando l'adolescente di mostrare, se non l'avesse fatto pervenire, quello già ricevuto al suo ragazzo, ai genitori e ai compagni di scuola. Nello stesso tempo le prometteva di cancellare tutto se gli avesse ancora mandato qualcosa.

Una promessa mai mantenuta: il 22.enne ha voluto immagini sempre più esplicite, includenti le parti più intime. Un centinaio di volte l'ha costretta al sesso telefonico. Due volte i due si sono incontrati e la ragazza, che era ancora vergine, ha accettato di avere rapporti sessuali con il molestatore, sempre nella speranza di ottenere la cancellazione delle immagini compromettenti.

Nel contempo l'imputato giocava lo stesso perfido gioco con altre due ragazze, inducendo una di esse persino a pensieri suicidi quale via d'uscita dalla situazione scabrosa in cui si trovava. L'altra è invece riuscita a rompere i contatti dopo aver minacciato di avvertire la polizia.

Il caso è venuto alla luce soltanto perché il ragazzo della 15.enne si è accorto delle sue preoccupazioni. Il molestatore è stato arrestato nel maggio 2013. Da allora sconta anticipatamente la pena, dopo aver ammesso i fatti già al primo interrogatorio.

Il pubblico ministero ha chiesto una pena senza condizionale di sei anni per violenza carnale, coazione sessuale, atti sessuali con fanciulli, tentata coazione e pornografia. La difesa giudica adeguata una pena di quattro anni e mezzo, ritenendo non provato lo stupro: è vero - ha affermato - che la vittima non ha fatto sesso volontariamente con il molestatore; questi si è tuttavia comportato entrambe le volte in modo amichevole e non ha usato violenza. Una volta - ha rilevato il legale - i due hanno persino mangiato una pizza insieme dopo l'atto sessuale.