Un aiuto ai profughi siriani in Ticino

Il 14 settembre scorso, a Cadempino, è successo qualcosa di speciale. La comunità dei cileni del nostro cantone ricordava il quarantesimo anniversario del golpe nel suo Paese d?origine. Una tragedia che aveva spinto moltissimi cileni alla fuga. Cinquecento di loro furono accolti in Ticino da semplici cittadini che avevano offerto case e sostegno per aiutarli a ricominciare. «Alla fine delle cerimonia – ci racconta un testimone – l?organizzatore, ora cittadino svizzero, figlio di un profugo cileno, disse al microfono: ?Se farete venire famiglie in fuga dalla Siria, offrirò anch?io la mia casa, come voi l?avevate offerta a mio padre in fuga dal Cile». Oggi, a distanza di quattro mesi da quel discorso, una neocostituita associazione di cui ci occupiamo nelle pagine Primo piano odierne ha accolto a Curio una prima famiglia di profughi provenienti dalla Siria e, mettendosi a disposizione delle autorità, intende battere a tappeto il territorio cantonale per trovare altri letti e altri tetti a nuove famiglie fuggite dal conflitto. E, se possibile, un futuro di integrazione nel nostro Paese. Ne parliamo con Carmela Fiorini dell?Ufficio del sostegno sociale e dell?inserimento del Cantone. E intervistiamo due fratelli in fuga da Homs con le loro famiglie e rifugiati in un albergo della Val di Blenio.