Un aiuto da Lugano agli oftalmologi ucraini

Immaginate di essere un giovane oculista in formazione. In condizioni normali, dopo quattro anni di studi potreste praticare la professione. Ma cosa cambierebbe se nel vostro Paese cominciasse una guerra e voi, neo oftalmologi, foste chiamati a fronteggiare l’emergenza? Probabilmente vi rendereste conto che la vostra preparazione non basta. Questa situazione è realtà da più di un anno per i giovani oftalmologi ucraini. Con l’inizio del conflitto, dottori e associazioni di tutto il Paese si sono mobilitati, e tra le numerose richieste d’aiuto inviate in tutta Europa ce n’è una – quella dell’oftalmologo Oleksii Nosalskyi – che è arrivata a Lugano ed è stata accolta da ESASO, la Scuola europea di studi avanzati in oftalmologia, che ha dato il via a una raccolta fondi.
Le prime necessità
«Non eravamo preparati ad affrontare l’emergenza». Lo ripete spesso il dottor Nosalskyi. Le sue parole riassumono lo sconforto di migliaia di medici di fronte a un evento che ha segnato la loro professione, oltre che le loro vite. «Un mese prima dell’attacco avevo ottenuto un contratto di lavoro in Asia – ricorda Nosalskyi – ed ero andato a lavorare là per alcune settimane insieme a mia moglie e mia figlia. Stavamo organizzando il trasferimento, quando è iniziata l’invasione». Allo scoppio del conflitto, nonostante la lontananza da casa, l’oftalmologo si è immediatamente attivato. «Ho contattato il mio ex mentore Ruban Andriі– presidente della Ukrainian Vitreoretinal Society – per valutare il grado di bisogno e le cure oftalmiche necessarie. In seguito ho chiesto aiuto a numerose società europee, e tutte mi hanno dato risposte positive». Servivano strumenti, mezzi tecnici e medicamenti, a volte difficili da reperire. Nonostante l’ostacolo abbia messo il settore a dura prova, il problema «è stato temporaneamente risolto grazie ai rifornimenti provenienti da associazioni e da colleghi oftalmologi all’estero».
Dottori al fronte
ESASO, che dal 2008 offre una formazione specialistica a oftalmologi provenienti da tutto il mondo, aveva rapporti con l’Ucraina da prima della guerra. «Alcuni dei nostri professori sono ucraini, così come numerosi studenti che frequentano le nostre lezioni – spiega Simona Corsi, general manager della scuola –. Inoltre, dall’anno scorso riserviamo sempre dei posti nei nostri corsi ai medici ucraini, permettendo loro di formarsi gratuitamente». E durante il conflitto ESASO ha da subito mostrato il suo sostegno inviando agli oftalmologi locali strumenti e materiali di scarsa disponibilità. Poi ha ricevuto la richiesta del dottore Nosalskyi. «Una volta risolto il problema dei rifornimenti, si è presentata una questione ancora più urgente – spiega il dottore –. Dal momento che i medici più esperti sono impegnati in prima linea, l’urgenza di specialisti che forniscano soccorso a soldati e civili è aumentata notevolmente. Dunque è necessario fornire agli oftalmologi ucraini l’opportunità di una formazione rapida per garantire assistenza specializzata. Per questo ho chiesto a ESASO di organizzare un corso apposito per i dottori della mia nazione». La richiesta è stata accolta dalla fondazione luganese che, dallo scorso agosto, ha avviato l’iniziativa Eyes for Ukraine, lanciando una raccolta di fondi tramite il sito gofoundme.com. «Dato che molti oftalmologi ucraini sono in età di arruolamento e non possono lasciare il Paese, abbiamo deciso di organizzare un corso online in cui parleremo del trattamento delle ferite di guerra – spiega Corsi –. Per poter avviare l’iniziativa abbiamo fissato come obiettivo la cifra di 12 mila franchi, che servirà a coprire i costi tecnici e il coinvolgimento dei professori».