Calabria

Un anno fa la strage di migranti sulla spiaggia di Steccato di Cutro

Alle 4 del mattino una veglia sulla spiaggia per ricordare le vittime, 12 mesi dopo il naufragio in cui hanno perso la vita almeno 94 persone, tra cui 35 minori
© KEYSTONE (EPA/Luigi Salsini)
Jenny Covelli
26.02.2024 12:00

«Insieme per ricordare la strage». Con questa frase è stata organizzata, questa notte, la veglia in ricordo della strage di migranti avvenuta esattamente un anno fa sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in Calabria. Alle 4 del mattino sono state accese 94 candele, il numero accertato di vittime del naufragio. 35 erano minori. Sulla sabbia anche una maglietta bianca con la scritta «KR46M0», la dicitura con cui era stato indicato uno dei bimbi morti: aveva solo pochi mesi.

Il caicco Summer Love si stima avesse a bordo almeno 180 persone. Era salpato dalla Turchia e, alle 4 del mattino del 26 febbraio 2023, ha sbattuto contro la secca a 40 metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro, nei pressi della foce del fiume Tacina. Le onde del mare hanno rovesciato il natante. Ottanta persone sono state salvate. 94 corpi, come detto, sono stati recuperati senza vita dal mare. Altri dispersi non sono mai stati ritrovati.

«Difficile, impossibile spiegare questa notte. So solo che quando quell’onda è arrivata proprio nel momento in cui i familiari e i due pescatori stavano deponendo la corona di fiori in mare ho sentito il gelo nei piedi, che poi è salito nell’anima – scrive Vincenzo Montalcini, giornalista di CrotoneNews –.Il gelo che in molti hanno provato per almeno due ore, prima di cedere stremati. Non scriverò più nulla oggi, se non questo: scusateci».

Ieri mattina, sul lungomare di Crotone, è stato inaugurato il Giardino di Alì: 94 alberi per ricordare le vittime. Alì era il più giovane, non aveva ancora un anno, l'ultimo a essere identificato. «La comunità ha saputo dimostrare in quel frangente la sua grande umanità partecipando, in ogni modo, al cordoglio per le vittime, alla assistenza ai superstiti, alla vicinanza ai familiari» scrive il Comune.

«Io torno sempre qui, tutte le mattine e la sera prima di andare a letto», ha dichiarato Vincenzo Luciano, pescatore di Steccato di Cutro, che un anno fa ha estratto dalle onde alcune delle vittime. «Ma non sono riuscito a salvare nessuno», ricorda parlando con Repubblica. «Quest’estate è stato strano vedere questo posto pieno di ombrelloni, di stabilimenti. Io sono arrivato a bagnarmi i piedi. Ma non ce l’ho fatta. Mi sono venuti in mente tutti quei bambini. Ho guardato mia moglie, le ho chiesto scusa e sono andato via. Non riesco più nemmeno a uscire in barca. Ci ho provato, ma non ce l'ho fatta. Quando ho tirato su le reti mi è sembrato di tornare a quei momenti in cui dall’acqua tiravo su cadaveri. Ho tirato fuori dall’acqua 4 o 5 bambini, 15 corpi in tutto durante la giornata. Vorrei tanto poter dimenticare, ma ancora non ci riesco».

I familiari delle vittime e dei dispersi hanno manifestato, ieri, sotto la pioggia per chiedere giustizia, affinché siano chiarite le cause dei ritardi nei soccorsi al caicco Summer Love in quella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023. Un processo contro presunti scafisti è ancora in corso: uno di loro è già stato condannato con rito abbreviato. Un'altra indagine è in corso per accertare le dinamiche dei fatti e se ci siano stati, appunto, eventuali ritardi nei soccorsi. La Rete 26 febbraio, composta da più di 400 fra associazioni e attivisti, ha organizzato una serie di eventi non solo per commemorare quanto avvenuto, ma per denunciare quello che «continua avvenire quotidianamente sulle coste, nei mari, sulle montagne, ai confini della fortezza Europa», si legge in un comunicato. Le associazioni vogliono «gridare forte e chiaro quanto ingiuste e inumane siano le politiche nazionali ed europee che affrontano i fenomeni migratori solo in un’ottica securitaria e criminalizzante». Una volta conclusa l'inchiesta penale coordinata dalla Procura di Crotone, hanno fatto sapere oggi, una cinquantina di famiglie delle vittime e alcuni superstiti presenteranno causa civile risarcitoria nei confronti del Governo italiano per omissione di soccorso e per i danni subiti.

L’anniversario della tragedia di Cutro avviene proprio nei giorni in cui arrivano conferme di notizie di nuovi naufragi avvenuti al largo della Tunisia, al largo di Zarzis e di Mahdia, scrive dal canto suo l'OIM, Organizzazione internazionale per le migrazioni. Se il 2023 è stato caratterizzato da un aumento del 30% dei morti in tutto il Mediterraneo rispetto all’anno precedente (dagli oltre 2.400 del 2022 agli oltre 3.100 del 2023), le prime settimane del 2024 fanno già registrare il bilancio drammatico di oltre 160 morti. «I nostri pensieri oggi sono per le tante vittime di quel naufragio. Le drammatiche testimonianze dei sopravvissuti, lo scoramento dei pescatori che si ritrovarono a prestare i primi soccorsi sulla spiaggia, le toccanti storie di chi perse la vita quel giorno, sono ancora impresse nella nostra memoria», afferma Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM. «La tragedia dell’anno scorso, così come tutte quelle che purtroppo continuano ad avvenire nel Mediterraneo, dimostrano come il salvataggio di vite debba essere la priorità assoluta per tutti gli Stati e al contempo ci ricordano come sia un obbligo comune quello di trovare più percorsi migratori legali e sicuri per le persone in movimento».

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