Un centinaio di giuristi spagnoli accusa Israele di genocidio

Un centinaio di giuristi spagnoli, membri del Gruppo di Studi di Politica Criminale (Gepc), ha accusato Israele di aver commesso crimini di guerra, contro l'umanità e genocidio a Gaza. In un comunicato, i penalisti sollecitano Spagna e Unione europea a intervenire nei processi penali internazionali contro Israele e a interrompere tutte le relazioni diplomatiche e commerciali.
L'organizzazione, che include le firme di oltre quaranta cattedratici di Diritto Penale e figure di spicco, come l'ex vicepresidente della Corte Costituzionale, Adela Asua, e il magistrato emerito del Tribunale Supremo, Martin Malin, ha espresso la sua condanna circa la condotta del governo di Netanyahu. I giuristi affermano nella nota che «tutte le notizie disponibili» indicano che l'esercito israeliano ha commesso crimini di guerra contro l'umanità e che esistono «solidi indizi» di un «delitto di genocidio».
I firmatari criticano la «passività dominante» della comunità internazionale, puntando il dito contro gli Stati Uniti per il sostegno economico e militare a Israele, e contro l'Ue per l'«equidistanza» o il «chiaro sostegno» allo Stato ebraico. Allo stesso tempo, criticano «l'insufficiente impegno» del governo spagnolo nella ricerca di una soluzione.
Il Gepc chiede ai Ventisette, in particolare alla Spagna, di adottare misure attive - tra cui la partecipazione a processi internazionali contro leader israeliani - l'applicazione effettiva del principio di giurisdizione universale e un coinvolgimento diretto nella soluzione «politica» del conflitto.