Un esercito di cavie umane in Ticino

Fino a 700 volontari sani l'anno nell'unica ditta che esegue ancora questi test
Carlo Silini
Emanuele Gagliardi
Carlo Silini,Emanuele GagliardieRomina Borla
23.11.2012 05:15

Cavie umane in Ticino? L?argomento sembra preso pari pari da un medical thriller e scatena fantasie tenebrose. Ma sarebbe bene chiedersi se l?oscurità sia generata dalla paura riguardo a presunti loschi esperimenti condotti su esseri viventi oppure dalla scarsa conoscenza del problema. La prima cosa da sapere è che, contrariamente a quanto si pensa, la sperimentazione medica su esseri umani è una pratica assai diffusa anche da noi. Si testano cure e farmaci sia su malati (ad esempio allo IOSI di Bellinzona o al Cardiocentro di Lugano) sia su persone sane. A darci lo spunto per parlarne, un dato di fatto pressoché ignorato dall?opinione pubblica: negli ultimi tempi gli istituti medici specializzati che conducono esperimenti su volontari sani nel nostro cantone sono scesi da tre a uno. Quella delle cavie umane è quindi un?industria in crisi? Ma, soprattutto, come funziona la sperimentazione su persone sane? Il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini ci spiega che la prima leggenda da sfatare riguarda l?idea che qualcuno sia autorizzato a fare, nel segreto dei propri laboratori medici, degli esperimenti su esseri umani che non siano prima stati approvati dalle autorità. Ogni sperimentazione di questo genere deve prima essere approvata dal Comitato etico cantonale, un gruppo interdisciplinare di esperti nominato dal Consiglio di Stato che verifica i fondamenti etici e scientifici dei test. Insomma, la legge impedisce qualsiasi esperimento abnorme, stile Frankenstein, in cantina. Non solo: oltre a sorvegliare la correttezza scientifica ed etica degli esperimenti, da una dozzina d?anni il Ticino monitora tutti i volontari sani sul suo territorio. «Per impedire che qualcuno pensi di campare facendo il "mestiere" di cavia umana», osserva Zanini. Ma chi conduce gli esperimenti? Prima erano tre ditte, adesso è rimasta solo la Cross Research, società di Arzo, a reclutare cavie umane che offrono il loro corpo alla ricerca scientifica in cambio di soldi. Già, perché la Projectpharma Sagl di Taverne, ancora attiva, al CdT dichiara di non occuparsi di quel tipo di sperimentazione da una decina d?anni. E l?Institute for pharmacokinetic and analytical studies (IPAS) di Ligornetto è fallito il settembre scorso. Alessandro Assandri, direttore scientifico dell?azienda di Arzo, spiega che la Cross Research ha condotto 270 sperimentazioni in Ticino e oltre un centinaio all?estero, coinvolgendo migliaia di volontari, dai 500 ai 700 ogni anno. Quanto vengono pagati? "Il compenso, spiega Assandri, varia in relazione al tempo dedicato alla sperimentazione, si valutano i giorni e le notti di degenza o il numero di visite alle quali ci si deve sottoporre. Si parte da 500 franchi per arrivare a un massimo di 3-4.000, ma la media dei nostri studi non supera i 1.500 franchi».