Le reazioni

Un fuoco di fila su Norman Gobbi: «Sono solo inciuci»

Il consigliere di Stato incassa dure critiche - Dadò: «Lo scambio serve a proteggervi le natiche» - Speziali: «Nessuna benedizione da parte nostra» - Forini: «Grave danno»
© CdT / Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
03.06.2025 21:39

Norman Gobbi contro tutti. Questa sera a Matrioska, in onda su Teleticino, il consigliere di Stato ha cercato di fronteggiare gli attacchi provenienti da Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, Danilo Forini, deputato PS, e Alessandro Speziali, presidente del PLR. Prima, però, Gobbi – sollecitato dal conduttore Marco Bazzi – ha dato conto di quanto avvenuto in Governo. «Spesso si invocano cambiamenti e riforme – ha spiegato – ma poi quando vengono presentate non vanno mai bene. La nostra intenzione era di dare uno stimolo, visto anche che ci viene rinfacciato di essere il Governo del Mulino bianco». Poi, parlando della comunicazione apparsa su il Mattino della domenica, Gobbi ha ammesso che «non era prevista» e che è stata un’iniziativa del direttore del domenicale. «Da parte mia – ha detto a proposito della e-mail mandata ai collaboratori lunedì per congedarsi – sono sempre stato trasparente, è il mio approccio comunicativo. Mentre l’intervento di Claudio (Zali, ndr.) durante l’apertura dell’anno giudiziario era una forma di rispetto nei confronti dei suoi ex colleghi giudici». E ancora: «Negli scacchi l’arrocco viene fatto per proteggere il re. Il re, in questo caso, è il buon funzionamento dello Stato». Il «ministro» leghista ha quindi chiesto scusa per la forma, riconoscendo l’errore di valutazione.

Parole, quelle di Gobbi, che non hanno affatto convinto gli altri partiti. A partire dal Centro. «L’arrocco – ha prontamente risposto Dadò – serve solo a proteggere le vostre natiche, non lo Stato. Ed è una favoletta che non sapevate che il Mattino sarebbe uscito: poteva andare bene trent’anni fa con Bignasca, non certo oggi che nella Lega comandate voi». Duramente criticata, poi, la decisione di ufficializzare la proposta davanti al terzo potere. «Prendervi la scena, mettendo in secondo piano il presidente del Tribunale d’appello Tattarletti è stata una cosa indegna, che non può avvenire in uno Stato con persone responsabili». E ancora: «Avete pensato a voi stessi e ai vostri inciuci». Ma, per dirlo con le parole di Dadò, «il banchetto è stato cucinato in tre: i due leghisti non sarebbero mai usciti con una comunicazione simile senza sapere di poter contare su un appoggio». Il riferimento del presidente del Centro è al PLR, e dunque al consigliere di Stato Christian Vitta. «Non c’è alcun mandato di partito a Vitta», ha puntualizzato subito il presidente Alessandro Speziali. «Non intendo dare alcuna benedizione a un arrocco che arriva a due anni dalle elezioni. Non c’è dietro nulla». Ma se arrivasse il via libera dell’Esecutivo, ha chiarito Speziali, «dovrebbe essere una decisione solida». Un 3 a 2 risicato, infatti, «rischierebbe di guastare il clima in Governo».

Pesante anche l’attacco arrivato da Forini. «Siamo contenti che il Governo abbia ripreso in mano la situazione», la premessa del deputato socialista. «Il danno fatto alle istituzioni è stato importante. Non solo si è andati lunghi, si è proprio preso un deltaplano». Forini si è quindi detto molto preoccupato di ciò che potrà succedere: «Il circo andrà avanti ancora. Passeremo settimane, se non mesi, a discutere dell’arrocco, e questo in un momento di difficoltà per il Paese e per la popolazione». Poi, una nota politica: «Il Centro si sta profilando, il PLR vuole unirsi al fronte responsabile che ha a cuore le istituzioni?». Secca la replica del diretto interessato: «Sono molto critico per quanto successo, ma non mi faccio fare la morale dal PS sulla responsabilità», le parole di Speziali. Rimanendo ancora sui socialisti, da segnalare anche un’interpellanza inoltrata per chiedere lumi sia sulla base legale per procedere con lo scambio di dipartimenti, sia per avere chiarimenti in merito all’e-mail inviata da Gobbi ai propri collaboratori per congedarsi prima ancora che la decisione fosse presa. Nel merito, per i socialisti «la comunicazione del Consiglio di Stato rappresenta un segnale di responsabilità istituzionale. Ma è anche, soprattutto, una sconfitta politica per i due consiglieri di Stato della Lega, che hanno tentato di imporre l’arrocco come un fatto compiuto, senza discussione e senza decisione, nell’esclusivo interesse della propria parte politica». Stessa linea per i Verdi: «Fa sorridere che proprio Zali, l’uomo che secondo la Lega dovrebbe prendere in mano la Giustizia, abbia sbagliato le valutazioni giuridiche in merito all’arrocco», commenta da noi raggiunta la co-coordinatrice Samantha Bourgoin. «Ma – aggiunge – questo dovrebbe anche sollevare un quesito sulla bontà dello scambio, ossia se quanto proposto sia davvero vincente per il Ticino. I due consiglieri di Stato sembrano due bambini a cui è stato intimato di rimettere sullo scaffale il vasetto con la marmellata dopo essere stati pizzicati con le dita sporche di confettura». A far storcere il naso agli ecologisti è però anche quanto accaduto all’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Siamo allibiti. Annunciare davanti al potere giudiziario qualcosa che non è stato deciso e comunicato ufficialmente dal Consiglio di Stato è indegno del potere che rappresentano e in spregio della collegialità dovuta costituzionalmente al Governo stesso». Dal canto suo il coordinatore della Lega Daniele Piccaluga è stato fermo sulla sua posizione: «Prendo atto del comunicato del Governo, ma rimango fermamente convinto della bontà di procedere con l’arrocco tra i dipartimenti dei due ministri leghisti».