Grigioni

Un lumicino di speranza per Sorte e i suoi abitanti

A un anno di distanza c'è chi è tornato alla normalità e chi spera di tornare in un futuro a casa
© KEYSTONE/Michael Buholzer
Ats
17.06.2025 08:19

Il 21 giugno 2024 la Mesolcina è stata colpita da un forte nubifragio. Tre persone hanno perso la vita nella frazione di Sorte, una di loro risulta ancora dispersa. A un anno di distanza c'è chi è tornato alla normalità e chi spera di tornare in un futuro a casa.

Fra le macerie di un paesino distrutto da una frana si trova di tutto: massi enormi, case distrutte, travi di legno spezzate. Per terra a Sorte fra i sassi più piccoli portati a valle dalla frana del 21 giugno 2024 si trova anche un cucchiaio ornato con dei ghirigori. Vicino stanno crescendo dei fiori bianchi. Il sindaco di Lostallo, Nicola Giudicetti, assieme al municipale e responsabile del Gruppo di coordinamento regionale Moreno Monticelli camminano fra la devastazione e gli oggetti che raccontano la quotidianità che si è fermata un anno fa. «Tornare qui fa sempre impressione», dice Moreno Monticelli portandosi la mano all'altezza dello stomaco, stringendola. «Il ricordo più grave che mi è rimasto sono le tre vittime. E poi c'è il dispiacere di non aver ancora potuto dare una soluzione ai 20 sfollati di Sorte», continua il sindaco.

L'alluvione del 21 giugno è un evento di grandissima entità, che succede solo ogni 100-300 anni secondo gli esperti. Non solo il Comune di Lostallo, ma anche quelli di Mesocco, Soazza, Cama, Grono e Roveredo sono stati colpiti dal nubifragio. L'autostrada A13 è stata squarciata dalla forza dell'acqua. Le ultime stime parlano di 82,5 milioni di franchi per il ripristino dei danni. «È stato un anno estremamente impegnativo, ma anche gratificante dal punto di vista dei lavori», afferma Giudicetti. A un anno di distanza gran parte dei riali esondati sono stati ripuliti, gli argini e i terreni agricoli sistemati. Grazie alle operazioni di ripristino c'è chi ha potuto tornare alla normalità.

Fra queste persone c'è Roberto Giudicetti. Dal 28 maggio il suo grotto circondato da platani e aceri a sud di Lostallo ha riaperto le porte. «I clienti si complimentano per il lavoro che abbiamo fatto. Ricevo diverse telefonate di gente che vuole venire qui a mangiare», racconta.

Fuori dal Crott del Sala - il rustico di 190 anni tramandato di generazione in generazione - c'è una collina di terra e sassi. È il materiale che il riale San Giorgio ha portato a valle la sera dell'alluvione. «È una vista a cui ci si abitua», continua Giudicetti. Quei detriti il 21 giugno hanno invaso il locale e tutto il terreno adiacente, causando danni ingenti alla struttura. «Grazie all'aiuto di un gruppo di volontari e degli impresari locali siamo riusciti a pulire tutto. E a ripartire».

Ma non dappertutto si è tornati alla quotidianità. Sorte, nella frazione a ovest del fiume Moesa, è praticamente tutta in zona rossa. Da un anno non ci vive più nessuno. Le persiane delle case sono tutte chiuse, l'erba e i fiori crescono fra i giardini e le case. Fra gli sfollati c'è Nadia Scarpetta, casalinga di 58 anni. Trent'anni fa è venuta a vivere con la sua famiglia nel paese a sud di Lostallo. «È stato un anno lungo, duro, intenso, con tante problematiche e tante incognite, tantissime preoccupazioni legate al futuro e alla casa», racconta Nadia Scarpetta nel giardino a Sorte. Due facciate della casa sono state danneggiate, il garage e le macchine sono state spazzate via dall'impeto dell'acqua e del fango.

Ma dopo un anno buio, all'orizzonte comincia a intravedere un lumicino di speranza. A inizio giugno la famiglia Scarpetta ha incontrato il municipio, che li ha informati sul prossimo futuro. «Probabilmente non a breve termine, ma in futuro potremo tornare a casa.» La speranza la si legge chiaramente negli occhi di Nadia Scarpetta. Ma il ritorno a Sorte dipende dalla messa in sicurezza del paese da prossimi eventi naturali.

Uno studio di ingegneria sta lavorando a un progetto. «Si tratta di un vallo di protezione che prenderebbe un eventuale colata all'uscita della valle e andrebbe a dirigerla verso sud. Secondo le prime stime verrebbe a costare sette milioni di franchi», spiega il sindaco. Secondo lui è la variante migliore da un punto di vista dei costi, della protezione e poi con un vallo c'è deposito di materiale che va a creare ulteriori spese.

Il Comune di Lostallo ha dovuto presentare all'Ufficio federale dell'ambiente anche una variante di delocalizzazione, ovvero di abbandono di Sorte. «Sarà una valutazione a punteggio, che dirà quale delle due varianti sarà più sostenibile», continua Giudicetti, che auspica maggiore velocità da parte delle autorità federali. Da un anno la popolazione aspetta di sapere cosa succederà con la loro casa. «In questi casi ci vuole una corsia prioritaria per fare in modo che non ci vogliano 18 mesi per accettare il progetto, ma sei mesi.»

Ma quindi in futuro si potrà tornare a vivere a Sorte? Il sindaco sospira, si prende alcuni secondi di tempo prima di rispondere. «Io penso di sì».

«Ho sempre detto: la natura toglie, ma dà anche», racconta Nadia Scarpetta, indicando i cespugli di ortensie fuori casa sua. «Si stanno riprendendo. Quando le ho viste per me è stato un chiaro segnale di ritorno a Sorte».