Un omicidio e due accoltellati, riesplode la violenza a Milano

MILANO - È un sabato sera d'autunno, quando davanti a via Andrea Doria, vicino al centralissimo piazzale Loreto, un gruppo di tre ragazzi all'apparenza sudamericani corre a più non posso in direzione della Stazione centrale. In strada c'è molta gente intenta a fare shopping, ma nessuno pare farci caso. Ci troviamo proprio lì, pensiamo ad uno scippo. Uno ha un vestito col cappuccio con i colori mimetici; un altro, se la memoria non tradisce, un piumino di colore bianco. Forse solo una sinistra coincidenza. Dall'altra parte della strada, in via Padova, auto della Polizia di Stato con i lampeggianti accesi, ambulanze, traffico come sempre a rilento. Pochi minuti prima, è morto in un agguato, pare tesogli da due membri di una gang di «latinos», un 37.enne incensurato: Antonio Rafael Ramirez. Il dominicano, in Italia da poco tempo, è stato accoltellato alla schiena e alla gamba. I due sicari lo hanno poi finito con alcuni colpi di pistola. L'uomo è deceduto due giorni dopo all'Ospedale San Raffaele a seguito di un intervento delicatissimo. Tutto invano. Ramirez non ce l'ha fatta. Milano è sotto shock.
Venerdì scorso, in tarda serata, un altro accoltellamento tra la sede della Regione Lombardia e la Stazione centrale, è sfociato nel ferimento grave di due ragazzi filippini. Cinque giovani loro connazionali sono stati arrestati e nel frattempo scarcerati (uno solo, che ha usato il coltello, è stato sottoposto all'obbligo di firma in commissariato). Nel capoluogo lombardo è di nuovo allerta sicurezza. Intanto, il primo ministro Angelino Alfano ha promesso al sindaco Giuseppe Sala che, terminato il Giubileo a Roma, saranno a disposizione 150 militari per presidiare i punti più a rischio della città.
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