Un piccolo vademecum per capire che cos’è l’USI

Un nuovo rettore, Boas Erez. E un nuovo campus, quello che si comincerà a costruire dall'anno prossimo a Lugano Viganello per accogliere la Facoltà di scienze informatiche con il suo Istituto di scienze computazionali (ICS) e la nuova Facoltà di scienze biomediche dell'USI, l'Istituto Dalle Molle di studi sull'intelligenza artificiale (IDSIA) affiliato anche alla SUPSI e il Dipartimento tecnologie innovative della stessa Scuola universitaria professionale. Riparte da qui l'Università della svizzera italiana (USI). Nel frattempo son volati vent'anni. L'anniversario dell'inizio dei corsi cade il prossimo 21 ottobre.
Ne approfitteremo per raccontarla meglio l'USI, per spiegare ai lettori il sudore e la fatica di un'impresa che covava nelle menti dei ticinesi da moltissimi anni e ha dovuto superare un intricato percorso ad ostacoli prima di vedere a luce. Ma adesso c'è. Da due decenni. E guarda in avanti con fiducia. Quanto ha inciso nel tessuto del nostro cantone da quel 21 ottobre del '96 ad oggi? Quanto ci appartiene? Quanto la sentiamo nostra? E quali sfide deve ancora risolvere? Proviamo a rispondere ad alcune di queste domande proponendo un viaggio nel mondo dell'USI, raccontando dati e cifre, facendo parlare i protagonisti (vedi le interviste). A partire dal presente.