Savosa

Un pino sul tavolo del Consiglio di Stato

Il curioso caso di una pianta ultrasettantenne di Savosa finita al centro di una vertenza tra chi la vorrebbe tagliare per problemi di sicurezza e chi invece ritiene che debba essere tutelata
©Gabriele Putzu
Nico Nonella
05.02.2024 06:00

Potrebbe essere un giudice a decidere sul futuro di un pino ultrasettantenne al centro di un vero e proprio scontro giuridico tra chi vorrebbe abbatterlo per ragioni di sicurezza e chi lo vorrebbe invece salvare per la sua maestosità. Solitamente, il dibattito, anche politico, si infiamma sulla gestione del verde pubblico – basti pensare ai 107 tigli in viale Stazione a Bellinzona salvati per soli due voti dal Consiglio comunale –mentre stavolta la vicenda che vi raccontiamo riguarda un terreno privato.

Il protagonista in radici e corteccia si trova a Savosa ed è un Pinus pinea, inventariato nel 1976, di 27 metri d’altezza e 3 di circonferenza del tronco. Su di lui, come detto, incombono le motoseghe: i comproprietari (non tutti) del condominio sul cui terreno sorge il pino vorrebbero infatti abbatterlo e mettere al suo posto una pianta autoctona, poiché temono che il vetusto albero possa crollare a causa del peso degli anni, cagionando notevoli danni. Di diverso avviso un altro proprietario, il quale – forte di una perizia redatta tre anni fa da uno specialista in arboricoltura secondo cui la pianta è in ottima salute e «ha una possibilità su un milione di causare danni a proprietà o persone» – lo ritiene meritevole di protezione.

Scambio di lettere

In base alla documentazione che abbiamo potuto visionare, la vicenda ha inizio il 19 settembre scorso, quando l’assemblea condominiale decide per l’abbattimento. I comproprietari scrivono al Municipio annunciando di voler procedere e, a fine novembre, l’Esecutivo risponde affermando che in assenza di una prova di trazione (che consiste nell’applicare all’albero un carico per valutare la resistenza del suo apparato radicale all’azione del vento) «non ci sono le premesse per una presa di posizione oggettiva per concedere l’autorizzazione al taglio della pianta».

A inizio dicembre, l’amministrazione del condominio ribadisce l’intenzione di abbattere il pino mettendo a dimora una pianta autoctona sostitutiva e uno dei proprietari nega il permesso di effettuare questo test (il terreno è suo, ndr) per timore che ciò possa provocare dei danni. A quel punto, il comproprietario – patrocinato dall’avvocato Fiorenzo Cotti – scrive al Municipio di Savosa chiedendo di subordinare l’abbattimento a una licenza edilizia in quanto il pino, viste le sue dimensioni, è da considerarsi al pari di una costruzione. Il Comune risponde picche, ricordando che la pianta «non è inserita, nel Piano di paesaggio, tra quelle da proteggere» e che nel 2014, un albero analogo all’apparenza sano aveva ceduto di schianto mandando in frantumi la fermata del bus in zona Valgersa: «Bastano pochi centimetri di neve bagnata per far crollare l’albero».

Arriviamo così all’ultimo capitolo (per ora) di questa storia: il 15 gennaio la decisione viene impugnata al Consiglio di Stato. In via supercautelare viene inoltre chiesto d’impartire l’ordine di non abbattere il pino fino alla conclusione dell’iter giudiziario. La palla è ora nel campo del Governo.

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