Un terzo degli inquilini ha subito un aumento dell'affitto

Un terzo degli inquilini (il 33%) ha dovuto recentemente fare i conti con un rincaro della pigione, in seguito agli aumenti del tasso ipotecario di riferimento: è quanto emerge da un sondaggio a cui hanno preso parte 1.600 persone condotto da Bonus.ch, portale di comparazione online con sede a Losanna.
Come noto il tasso ipotecario di riferimento, all'1,25% dal 2020, è salito due volte nel 2023, all'1,50% in giugno e all'1,75% in dicembre. Questo ha permesso ai proprietari di ritoccare al rialzo i canoni d'affitto.
Particolarmente colpiti dagli aumenti sono stati i locatari della Svizzera tedesca (45%), mentre la Svizzera italiana (25%) e la Romandia (21%) sono risultati relativamente più risparmiati dai rincari.
In generale, +3,6% in Ticino
Affitti sempre più cari in Svizzera: in febbraio le pigioni degli appartamenti nuovi o nuovamente affittati - si parla solo di quelle, non dei contratti in essere - sono aumentate dello 0,6% rispetto a gennaio. Su base annua la progressione è del 5,3%, con punte superiori all'8% in vari cantoni, fra cui Zurigo.
Le variazioni sono calcolate sulla base di un indice elaborato dal portale di annunci immobiliare Homegate in collaborazione con ZKB, la banca cantonale di Zurigo. In febbraio il parametro si è attestato a 126,3 punti.
In tutti i 25 cantoni (i due Appenzello sono considerati insieme) si registra un incremento annuo: i più forte a Sciaffusa (+8,8%), Zugo (+8,6%), Svitto (+8,4%) e Zurigo (8,2%). I Gigioni segnano +7,4%, mentre il Ticino è sotto la media nazionale, con una crescita del +3,6%.
Interessante è anche l'andamento nelle otto città elvetiche prese in considerazione dai ricercatori. A livello mensile vi è un arretramento (Zurigo -1,1%), mentre nel confronto su dodici mesi tutti gli agglomerati mostrano una crescita, con un balzo in particolare di Zurigo (+11,8%). Lugano mette a referto +4,1%, mentre Coira non figura fra le realtà prese in esame.
Continuano ad aumentare le procedure di conciliazione
Continuano ad aumentare le procedure di conciliazione in materia di locazione e affitto, complici anche i recenti incrementi delle pigioni. Tra giugno e dicembre 2023 ne sono state avviate 25'544, per un balzo in avanti del 45,8%. Lo rende noto oggi l'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB), parlando di «crescita non indifferente».
Già nel primo semestre 2023 il numero delle nuove procedure era salito del 42,2%, ricorda l'UFAB in un comunicato. Complessivamente lo scorso anno sono state registrate 43'063 nuove procedure, quasi il doppio rispetto al 2022, quando erano state 23'935.
Nel periodo in rassegna si è però assistito a una crescita anche delle procedure concluse: 22'122, il 65% in più rispetto al semestre precedente. Alla fine del 2023 le cause pendenti erano 13'585, mai così tante dal 2005.
A livello regionale, si è assistito a una crescita delle nuove procedure in 21 cantoni, rispetto al semestre precedente. A Basilea Campagna si è registrato un raddoppio, a Friburgo la crescita è stata del 141,3%, mentre Zurigo, con 6757 nuove procedure, ha fatto segnare il 26,5% di tutti i nuovi casi a livello nazionale. In cinque cantoni, invece, nella seconda metà dell'anno sono state avviate meno procedure rispetto alla prima metà.
Includendo i nuovi casi, nella seconda metà del 2023 le autorità di conciliazione avevano un totale di 35'707 procedure da trattare, e ne hanno concluse 22'122. In 13'592 casi (61,4%) è stata raggiunta un'intesa tra le parti per transazione, acquiescenza o desistenza.
In 2228 casi (10,1%) la conciliazione è fallita, ed è stata rilasciata un'autorizzazione ad agire. 5183 casi (23,4%) sono stati risolti per non entrata nel merito, mancanza di oggetto, ritiro o rinvio al tribunale arbitrale.
In 133 casi è stata prevista una procedura di mediazione, dove una persona neutrale e indipendente fa da mediatore in una controversia. Come nei due semestri precedenti, tutte queste hanno riguardato il canton Friburgo, scrive l'UFAB.
Nel periodo in esame sono inoltre state prese 93 decisioni (0,4% dei casi risolti) per quanto riguarda le controversie patrimoniali fino a un valore litigioso di 2000 franchi. 643 proposte di giudizio (2,9% dei casi risolti) sono state accolte dalle parti, mentre 383 (1,7% dei casi risolti) sono state respinte, ed è stata di conseguenza rilasciata un'autorizzazione ad agire.
Tra le procedure concluse, la percentuale più alta (36,3%) ha riguardato l'aumento della pigione. Già nel semestre precedente si era osservato un aumento delle procedure in questo ambito. Questa evoluzione è probabilmente legata agli incrementi del tasso ipotecario di riferimento avvenuti il 2 giugno e il 2 dicembre 2023, rileva l'UFAB.
In 7267 procedure concluse (90,5%) relative a questa tematica le parti hanno raggiunto un'intesa. Il secondo motivo di controversia delle procedure di conciliazione concluse è costituito dalle disdette ordinarie del contratto (9,83%).