Musica

Un ticinese a Ferrara: «Scuole chiuse ma si fa il concerto di Springsteen, da noi non sarebbe successo»

Continuano le polemiche per il concerto del Boss, che si terrà stasera nella città emiliana nonostante l'allerta rossa: «Le 50 mila persone attese peggioreranno una situazione già critica»
©Copyright 2023 The Associated Press. All rights reserved
Mattia Sacchi
18.05.2023 10:30

Chi è stato almeno a un concerto di Bruce Springsteen lo sa. Il Boss sul palco è uno che non si limita al compitino: è uno che per 5 ore dà tutta l'energia che ha in corpo, regalando ogni sera momenti indimenticabili. Ed è proprio per questo che ogni tappa del suo tour è seguita da fedelissimi da tutto il mondo, che lo seguono in quello che diventa quasi un rito collettivo. Una devozione assoluta, che però in questi giorni rischia di sfociare nel paradosso.

Questa sera sono infatti attese oltre 50mila persone a Ferrara. Nonostante le alluvioni di questi giorni in Emilia-Romagna, che hanno causato 9 morti e 20mila sfollati. Nonostante la città emiliana sia ancora in allerta rossa, nonostante il forte rischio di esondazione dei fiumi della zona e nonostante proprio a causa del maltempo molte altre attività sono state sospese per motivi di sicurezza.

«Mio figlio non è andato a scuola per due giorni, mentre a me è stato raccomandato di lavorare in smartworking. Le strade sono a dir poco un disastro e muoversi è altamente sconsigliato. Eppure stasera si permette a 50mila persone di venire in città, mi sembra davvero assurdo». A parlare è Marco, un bellinzonese che da anni si è trasferito per lavoro, e per amore, a Ferrara.

E che è senza parole per quanto sta vedendo: «Non ho nulla contro Springsteen, ci mancherebbe. Ma in questi giorni hanno annullato il GP di Imola e la StraBologna, alla quale avrei voluto partecipare. Però questo maxi concerto, che peraltro si terrà in un parco, si farà comunque. E pensate che ci sono le ditte che ieri hanno montato il palco che avevano alcuni mezzi completamente impantanati, mi chiedo come si possa far lavorare le persone in quelle condizioni e soprattutto pensare che la zona possa essere considerata in sicurezza».

«Io vivo leggermente fuori città, anche oggi staro in casa con la famiglia - conclude il nostro interlocutore -. Anche perché muoversi sarà davvero impossibile: lo era negli scorsi giorni, figuriamoci oggi con l'invasione di fan. A noi è stato raccomandato di non usare l'auto, a loro invece niente? Spero davvero che non succeda nulla, perché poi sarebbero solo lacrime di coccodrillo e ipocrisia da parte di chi si è ostinato a voler lucrare sulla pelle delle persone, mostrando poca sensibilità verso la situazione che sta vivendo la regione. Dico solo che in Ticino non sarebbe mai successa una cosa del genere».