Aggregazioni

«Un Ticino con cinque città e non più di venti Comuni»

La ricetta del sindaco di Gambarogno Gianluigi Della Santa per poter agire e non solamente reagire – Ponti: «Oggi servono soluzioni globali» – Quanchi e Sartori: «Anche noi abbiamo bisogno di un polo locarnese forte»
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Spartaco De Bernardi
16.09.2024 06:00

«L’aggregazione non risolve tutti i problemi, ma porta progettualità e forza finanziaria per metterla in pratica». Non ha dubbi il sindaco di Gambarogno Gianluigi Della Santa. Se i comuni dell’agglomerato del Locarnese vogliono crescere devono diventare un’unica entità a livello amministrativo. Ma Della Santa si spinge ancora più in là. «Se avessi la bacchetta magica farei un Ticino con cinque città e venti Comuni. È questo l’unico modo per avere forza contrattuale nei confronti del Cantone e dei suoi funzionari». Per quel che concerne l’ente locale che è chiamato ad amministrare insieme ai suoi colleghi di Municipio, Della Santa ha una visione chiara. «Lo vorrei ancora più grande, che raggruppi l’intero Piano di Magadino», spiega il sindaco sottolineando che, a suo dire, continuando ognuno a percorrere in solitaria la propria strada il rischio è quello di reagire invece di agire.

Una buona cura

«Quella dell’aggregazione sarebbe una buona cura anche per l’agglomerato locarnese», gli fa eco Tiziano Ponti, primo sindaco del Comune aggregato di Gambarogno, nato 14 anni fa dall’unione fra le attuali 9 frazioni. «Bisognerebbe imparare a guardare fuori dal proprio giardino e non soffermarsi su ciò che non funziona, ma puntare sui vantaggi di una fusione comunale». Vantaggi che secondo la sua esperienza, Ponti ritiene siano molti di più rispetto agli eventuali problemi che si possono incontrare unendo le forze.

«Al giorno d’oggi – aggiunge l’ex sindaco che ha contribuito alla nascita del Comune di Gambarogno – occorrono soluzioni globali e non solo puntuali. Soluzioni che è in grado di trovare unicamente un Comune forte e in grado di fornire servizi e prestazioni di alta professionalità alla propria cittadinanza». Senza contare, concorda Ponti con quanto rilevato da Della Santa, l’accresciuta forza a livello contrattuale nelle discussioni con gli altri enti locali e con il Cantone. «Resto convinto che in Gambarogno abbiamo fatto bene ad aggregarci e, ribadisco, credo che questa sia una cura che possa far bene all’intero agglomerato del Locarnese».

Vent’anni di esperienza

«Anche per noi sarebbe un vantaggio avere un polo più forte», rileva dal canto suo Fiorenzo Quanchi, primo sindaco del Comune aggregato di Maggia. Comune unico della media valle che proprio quest’anno festeggia il 20. dell’unione tra le attuali frazioni di Maggia Aurigeno, Coglio, Giumaglio, Lodano, Moghegno e Someo. Secondo Quanchi, il Locarnese sta perdendo terreno rispetto agli altri poli del Canton Ticino e quindi è imprescindibile riprendere il discorso dell’aggregazione. «Io sono un fusionista per natura. Pensi che sono riuscito anche a realizzare l’unione i club di calcio della valle, operazione che è stata quasi più difficile da condurre in porto rispetto all’aggregazione comunale». Al di là delle battute, l’ex sindaco Maggia ricorda l’ampia adesione che ebbe allora il progetto aggregativo: in votazione consultiva il 78% della popolazione approvò la nascita del nuovo Comune. «Oltre a quella politica, ci fu anche una grande spinta popolare», rammenta Quanchi, il quale auspica che presto a Maggia si possa unire anche il Comune di Avegno-Gordevio.

Iniziative condivise

Premettendo di aver buoni rapporti con la Città e con tutti gli enti locali della cintura Locarnese, l’attuale sindaco Andrea Sartori ribadisce che poter contare su un polo forte porterebbe indubbi vantaggi anche al Comune di Maggia in termini di sinergie e progetti condivisi. «Nella nostra realtà, con un ente locale che faceva da traino per gli altri più piccoli, l’aggregazione risultò un processo naturale», sottolinea Sartori che è alla guida dell’esecutivo comunale dal 2021. Malgrado le difficoltà riscontrate finora nell’avviare un vero discorso aggregativo nel Locarnese, il sindaco di Maggia, senza volersi intromettere nelle legittime posizioni dei vari Esecutivi, ritiene che un polo urbano meno frastagliato sarebbe un bene per tutti. L’aggregazione realizzata 20 anni fa a Maggia, sta a dimostrarlo: i servizi di base sono di alto livello per tutta la popolazione e nel contempo si è potuto dare avvio, o lo si darà presto, a progetti che favoriranno l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali ed accresceranno ulteriormente la qualità di vita.