Un tuffo dove l’acqua è più blu, ma a che prezzo?

Anche quest’anno, senza eccezioni, lo splendido scenario della Val Verzasca è stato preso rapidamente d’assalto dai visitatori durante la bella stagione. Sicuramente un buon dato per il turismo e una conferma dell’attrattività del territorio ticinese ma, inevitabilmente, al contempo un grande movimento di persone su distanze molto ridotte e la presenza ingombrante di moltissimi veicoli, accalcati nel ristretto spazio di una valle. Insomma, questo piccolo angolo di paradiso attira sempre e tanto, oltre a spopolare sui social, ma come fare a mantenere un livello di turismo che rispetti anche la Valle?
In più, in tempi di pandemia, le grandi affluenze di persone possono costituire un rischio. Già con l’approssimarsi della Pasqua si era stabilito l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto in Val Verzasca. Con un occhio di riguardo particolare al Ponte dei Salti. La famosa e iconica costruzione romanica è una bellissima attrazione, oltre che per il panorama, anche per gli amanti dei tuffi. Sul Ponte però - vista l’ampiezza limitata - si fatica a mantenere le distanze, calcolando che la gente lo attraversa in entrambe le direzioni, la maggior parte fermandosi per scattare foto e selfie e, i più coraggiosi, valutando come salire sul parapetto per tentare un tuffo nelle acque cristalline. E nonostante ci stiamo ormai avviando verso settembre, ci sono ancora diversi turisti che occupano questa zona suggestiva di Lavertezzo.
Quali misure si è reso necessario attuare? E come si sono comportati i visitatori quest’anno? Abbiamo rivolto le nostre domande al sindaco del Comune di Verzasca Ivo Bordoli, per avere un quadro della situazione attuale e per capire quali mosse si stanno valutando per il futuro turistico della Valle.


Estate spesso fa rima con assembramenti di turisti, soprattutto se pensiamo a località attrattive come la Val Verzasca, diventata molto popolare anche sui social, su tutti Facebook, Instagram e Tik Tok. Anche quest’anno non fa eccezione: moltissimi visitatori hanno invaso la Valle. Ciò comporta dei lati positivi ma anche qualche problematica. Ci spiega Bordoli: «Chiaramente ci sono lati positivi così come quelli negativi, come in tutte le cose. Il lato positivo è che il turismo è sicuramente un pilastro per l’economia di valle: crea indotto per la ristorazione, per i produttori di formaggio e per i piccoli artigiani. Però dall’altra parte ci sono dei seri problemi di viabilità e di mobilità in Valle». In effetti quest’anno, vista la forte affluenza di veicoli, il Comune ha dovuto rivolgersi a un’agenzia di sicurezza, affinché inviasse i propri agenti per regolare il traffico. E, prosegue Ivo Bordoli, negli ultimi due anni è stato necessario raddoppiare l’impiego di questi agenti, anche a causa della pandemia. Molta più gente è infatti confluita in Verzasca nel 2020 e nel 2021. Naturalmente c’era un buon numero di turisti anche prima, ma adesso aumentano sempre di più. Complici sicuramente i certificati COVID, in diversi hanno deciso di rinunciare alle vacanze all’estero. Si contano infatti, secondo il sindaco, moltissimi turisti confederati, svizzeri tedeschi ma anche parecchi francofoni. «Tantissimi svizzeri romandi» conferma Bordoli. «Sono arrivati vallesani, vodesi, friburghesi». Una presenza importante per il turismo locale. In leggero calo, invece, i visitatori provenienti dall’Italia. Probabilmente le ragioni sono nuovamente da ricondurre alla pandemia (anche l’anno scorso in effetti c’è stato un calo rispetto al boom delle «Maldive») e alle limitazioni ad essa legate. «A poca distanza da casa potrebbero godersi una boccata d’aria buona e fare un bagno nell’acqua cristallina. Verrebbero di sicuro, non fosse per la situazione attuale». In ogni caso, generalmente in questo periodo si registra un calo: «Una volta passato Ferragosto, si vedono meno macchine targate Italia» conclude Bordoli.

L’affollamento e le foto
Questa affluenza, tuttavia, rischia sempre di causare qualche affollamento, soprattutto nelle zone più caratteristiche. È circolata sui social recentemente un’immagine che ritraeva diverse persone in fila sul Ponte dei Salti, anche se in realtà, come ci spiega Bordoli, quello sarebbe stato un caso un po’ particolare, in quanto si trattava di una comitiva di un’università americana che avrebbe deciso di posare proprio sulla suggestiva cornice del Ponte per la foto annuale di rito, creando di fatto un assembramento. Lasciando da parte questo episodio, di gente in Valle ne è arrivata davvero parecchia, come sempre, «specialmente nei punti strategici e in quello più strategico di tutti: il Ponte dei Salti».
Sono state naturalmente messe in campo delle misure per garantire la sicurezza sanitaria. La prima, e anche la più semplice e immediata: la mascherina nei punti in cui c’è rischio di assembramenti. Ma poi, ci spiega Ivo Bordoli, si pensa anche più nel dettaglio a quali potrebbero essere delle soluzioni a medio e lungo termine, a misure concrete che puntino alla diluizione del traffico turistico e che permettano anche un po’ di respiro alla Valle. Il sindaco prosegue, illustrando come, ad esempio, siano già stati incrementati i trasporti pubblici: un servizio migliorato e aumentato in quanto a frequenza delle corse, con un autopostale ogni ora che garantisce i collegamenti da e per la Valle. In questo modo i visitatori sono confrontati ad una reale e comoda alternativa, invece che salire con la propria vettura. Un’opzione che magari viene vista come più semplice e immediata, ma che arreca dei disagi considerevoli nel momento in cui ci sono centinaia di persone che decidono di fare lo stesso. Disagi e anche possibili danni a un ecosistema prezioso come quello di una valle. Un altro interessante progetto per il futuro, continua Bordoli, sarebbe quello di segnalare già al Piano qual è la situazione dei posteggi in Valle, posando dei pannelli all’entrata di Gordola, sia per chi circola da Bellinzona, sia per chi arriva da Locarno. Questi pannelli riporterebbero ai visitatori lo stato di occupazione dei posti auto, prima ancora di cominciare la salita verso la Val Verzasca, in modo da dissuadere un po’ gli automobilisti se i posti in Valle sono effettivamente già quasi tutti occupati. Questa idea è ancora allo stadio di progetto, i pannelli dovrebbero essere posati all’inizio della prossima stagione. A un’iniziativa se ne appoggia un’altra: un’applicazione da installare sul telefono che mostri, a chi desidera mettersi in viaggio, la situazione in tempo reale della Valle, ancora prima della partenza, così da evitare di sovraccaricare in modo insensato le strade della Verzasca. E recentemente sono anche stati aggiunti dei posteggi speciali per i camper. Come ci conferma Bordoli «abbiamo realizzato un’area camper a Brione Verzasca per una cinquantina di veicoli», una buona soluzione, anche perché i camper sono decisamente più ingombranti delle normali autovetture e, nei momenti di grossa affluenza in Valle può capitare che i camperisti, non trovando altro spazio libero per posteggiare, si buttino nelle aree private dei residenti. Cosa che può comportare qualche discussione che è sempre meglio evitare.


La Verzasca rimane sempre una meta gettonatissima, è un dato di fatto. E a questo naturalmente hanno contribuito le bellissime immagini circolate su Instagram e dintorni. La Valle corre sui social network e spopola, attirando sempre più gente: «Adesso con i social è come avere un passaparola immediato; un tempo si parlava di un posto in cui si era stati, si raccontava, ora in un attimo si fa propaganda, ormai è così». Benissimo per la visibilità e per il turismo, un po’ meno bene però per chi nella Valle ci vive ogni giorno. E deve andare a lavorare. La maggior parte dei residenti, infatti, lavora al Piano e ogni giorno deve andare e tornare, anche nei periodi di forte affluenza turistica, ci spiega il sindaco. Può capitare che per spostarsi ci si metta il doppio del tempo normale. Diciamo che è l’altro lato della medaglia della forte attrattività turistica: «Ci sono, come dicevo prima, vantaggi e svantaggi, però il turismo è sicuramente una fonte di entrata per l’economia della Valle, la più importante. Quindi dobbiamo conviverci e trovare delle soluzioni, l’ideale sarebbe cercare di fare un turismo più prolungato, non solo il mordi e fuggi, ma cercare di trattenere il più possibile i turisti in Valle». Questa potrebbe essere davvero una buona soluzione per godere del turismo ma non strapazzare troppo la Verzasca. Per farlo però servono anche strutture adeguate, precisa Bordoli. Bisognerebbe migliorare o creare nuove strutture ricettive per accogliere al meglio anche il turismo più slow, invogliando le persone a trascorrere almeno una o due notti in zona. A questo si sta lavorando anche attraverso il Masterplan. Senza contare, aggiunge il sindaco, che «a Tenero abbiamo i campeggi più belli d’Europa e quando sono pieni si contano diecimila persone in più del normale, che naturalmente sono attratte dal bellissimo paesaggio e dal fresco della Verzasca. Dobbiamo calcolare che dei campeggiatori, almeno due-tremila si recano in Valle». Valle che comunque, per sua stessa natura, ha uno spazio limitato cha va sempre rispettato.
Comportamenti (in)disciplinati
A proposito di rispetto, come si sono comportati quest’anno i visitatori davanti alle regole vigenti? Bordoli ci spiega che come misure si è attuato «di tutto e di più» per garantire la sicurezza sanitaria, ma che non sempre i turisti sono stati molto disciplinati. È stato domandato anche alla polizia di controllare che le regole venissero rispettate e il Comune stesso ha pensato a dei cartelli che segnalassero i luoghi a rischio assembramento - specialmente in zona Ponte dei Salti - dove prestare massima attenzione e, naturalmente, indossare la mascherina. Bordoli ci segnala anche un altro problema relativo alla sicurezza (non sanitaria questa volta, ma stradale) per quanto riguarda la circolazione di biciclette sulle strade della Valle, per lo più percorse dalle macchine. Spesso i ciclisti non sono sufficientemente attrezzati quanto a segnalazione luminosa - nonostante sia obbligatoria - e, contando che ci si trova a dover percorrere diverse gallerie, questo può essere davvero rischioso. Per scongiurare i possibili incidenti stradali sono anche state promosse delle giornate di sensibilizzazione specifiche su questo tema, in collaborazione con la polizia intercomunale.
Per quanto riguarda infine l’attuazione delle misure future per la Valle, tuttavia, servirebbe un aiuto da parte del Cantone, anche a livello economico. Il sindaco ne ha già parlato alle autorità cantonali in una lettera, domandando di venir loro incontro perché, effettivamente, il Comune di Verzasca si è trovato a far fronte a delle spese per la direzione del traffico, per la creazione delle aree camper e per la futura posa dei pannelli. Soprattutto per quanto riguarda le misure attuate sulla strada che, di fatto, è cantonale. Per ora il Comune rimane in attesa di possibili risposte e valutazioni da parte di Bellinzona. Bordoli spiega che in effetti va benissimo promuovere il turismo e, visto il successo della Verzasca, la direzione è quella giusta ma dall’altro lato c’è anche il bisogno di sostenere economicamente, in giusta misura, le necessità di un territorio così particolare e prezioso. «Credo che sia un buon biglietto da visita anche per il Cantone, non solo per noi». Un’altra misura per il futuro di cui si è discusso e su cui è stato interrogato il Cantone, da un punto di vista giuridico, è la possibilità di introdurre un numero chiuso quando si raggiunge il tetto massimo di autovetture presenti in Valle. Questo contingentamento naturalmente non toccherebbe i residenti o i proprietari di case di vacanza, sarebbe un blocco che interesserebbe unicamente le vetture dei turisti. «Perché c’è proprio un limite fisiologico della Valle» ci spiega Bordoli. «Raggiunto quello si deve fare qualcosa, so che non è facile. Noi abbiamo unicamente chiesto se c’è la possibilità a livello giuridico di bloccare il traffico quando si raggiunge un limite oggettivo, cioè quando la Valle non ne può più. Si cerca di far fronte a diversi problemi ma è difficile, piano piano si cerca di fare qualcosa».
