“Una bravata da cinque minuti”

Scatta la procedura disciplinare contro il funzionario cantonale che pubblicava bufale sul web riguardanti il comune di Ascona
Viola Martinelli
26.03.2016 07:00

BELLINZONA - Aveva suscitato non poco scalpore il caso di un funzionario dell'Amministrazione cantonale che, durante l'orario di lavoro, si era divertito a pubblicare falsità riguardanti il comune di Ascona sulla nota enciclopedia online Wikipedia. Tra gli scherni frutto dell'impiegato, vi erano motti quali «Lingua ufficiale: nessuna, tutti a bocca piena», oppure ancora «Sindaco di Ascona: Marcox Contix del Partito dei Senza Fondo», modificato poi inspiegabilmente in «Repubblicano convertito». Insomma, una «ragazzata» che l'uomo forse sperava passasse inosservata ma che invece è rimbalzata di sito in sito, finché il portale Tio.ch aveva segnalato che l'autore del misfatto – avvenuto nell'aprile 2015 – era, appunto, un funzionario del Cantone.

«Episodi isolati»

Appresa la notizia, lo scorso febbraio i deputati leghisti Boris Bignasca e Gianmaria Frapolli, assieme al granconsigliere de La Destra Paolo Pamini, avevano interrogato il Governo in merito all'uso improprio di Internet da parte dei funzionari statali durante gli orari di lavoro. E ora è arrivata la risposta del Consiglio di Stato.

«Per quanto attiene al caso legato al comune di Ascona – comunica il Governo – un funzionario dirigente, a seguito di una verifica interna, ha segnalato il sospetto nei confronti di un dipendente statale. Parallelamente lo stesso collaboratore sospettato ha trasmesso uno scritto di autodenuncia, dichiarando di essere l'autore di alcune modifiche su Wikipedia». A sua discolpa, il diretto interessato ha spiegato di aver apportato tali cambiamenti «con l'intento di operare uno scherzo, senza rendersi conto delle implicazioni», precisando di aver «apportato cinque modifiche che hanno richiesto circa un minuto l'una». In altre parole: una bravata da cinque minuti che è costata al funzionario l'avvio di una procedura disciplinare.

Interrogato in merito ad eventuali sanzioni emesse in situazioni analoghe, l'Esecutivo tuttavia puntualizza che «negli ultimi cinque anni, sono stati multati cinque collaboratori per aver usato in modo eccessivo Internet sul posto di lavoro per scopi estranei alla professione». Insomma, si tratterebbe di casi isolati.