«Una minaccia reale»: gli aeroporti si preparano ad affrontare altri avvistamenti di droni

Su diversi aeroporti e basi militari d'Europa, ormai da qualche settimana, è scattata l'allerta droni. Dai cieli danesi a quelli del Belgio, passando per quelli svedesi e tedeschi, i velivoli senza pilota negli ultimi tempi sono stati avvistati, a più riprese, paralizzando il traffico aereo. Al momento, non è ancora chiaro da dove provengano questi droni misteriosi. E, proprio per questo motivo, alcune compagnie aeree hanno avvisato i loro passeggeri di «prepararsi» a ulteriori interruzioni dei voli.
Il Regno Unito, in particolare, negli ultimi giorni ha deciso di alzare la guardia contro le minacce di droni e attacchi informatici. Come si legge sul Telegraph, Rob Bishton, capo della Civil Aviation Authority (CAA), ha dichiarato che le incursioni negli aeroporti inglesi avvenute in passato erano state principalmente volte a sondare le vulnerabilità. Un'ipotetica nuova ondata di attacchi, invece, avrebbe conseguenze ben peggiori.
Parlando ai passeggeri, Bishton ha sottolineato che le interruzioni del traffico aereo causate da droni e attacchi informatici stanno «evolvendo». Sia in termini di ritmo, che di volume. Ragione per cui, le compagnie aeree possono fare ben poco. «Dobbiamo essere molto, molto consapevoli di entrambe queste minacce», ha dichiarato Bishton, come si legge ancora sul Telegraph, «Quando arriverà un attacco più organizzato e su più vasta scala? Non è una questione di se, ma solo di quando. Qual è la capacità di prevenire questi attacchi? Penso che probabilmente sia irrealistico. I droni mi preoccupano. Sono tecnologie molto economiche ora disponibili e molto facili da utilizzare».
Secondo Bishton, dunque, i recenti disagi causati dal rilevamento di droni sopra gli aeroporti sono episodi «più preoccupanti» di quello avvenuto a Londra Gatwick nel 2018. Tra il 19 e il 21 dicembre di quell'anno, centinaia di voli furono cancellati nello scalo londinese, in seguito all'avvistamento di droni vicino alla pista. In quell'occasione, circa 1.000 voli vennero interessati dalle limitazioni, con ripercussioni su 140.000 passeggeri. «Quello che è successo durante i recenti avvistamenti è molto diverso, però, da quello che era accaduto a Gatwick quell'anno, perché si tratta di attacchi più organizzati». Come evidenzia il capo della CAA, anche la tecnologia è molto diversa.
La soluzione, dunque, per non farsi cogliere impreparati, sembra essere quella di sviluppare «risposte migliori» per ridurre al minimo i disagi ai voli quando vengono segnalati avvistamenti di droni. «Stiamo assistendo, in tutto il mondo, a molti eventi di tipo ‘test del sistema’. Si vorrebbe costruire difese a monte. Ma la realtà è che si dovranno adottare anche molte misure reattive, perché queste fragilità saranno esposte», ha dichiarato, ancora Bishton, sottolineando che anche la spesa per le misure di sicurezza è aumentata in modo significativo. Questo perché i governi hanno compreso che la minaccia è «molto reale».
