Una scuola privata non ha fatto bene i compiti

L’insegna della scuola non è in strada o visibile dall’esterno. Si trova salendo le scale interne di un palazzo in via Pestalozzi a Lugano. Una porta a sinistra suggerisce che sia quella l’entrata. Una volta dentro a destra c’è un banco dell’accoglienza. In fondo si intuiscono alcuni locali, mentre a sinistra si apre un lungo corridoio da cui provengono voci di bambini. Alle pareti sono appesi alcuni fogli che richiamano a una festa per Halloween. Nei locali in fondo tre persone in piedi parlano e discutono tra loro. All’improvviso da una porta sbuca una signora. Raggiunge il bancone dell’accoglienza. «Desidera?», chiede. Una volta capito di avere davanti un possibile genitore non rinuncia a una prima veloce consulenza. «Suo figlio va in terza media? Nessun problema- spiega -può fare il quarto anno da noi e poi proseguire con altri tre anni di studio al termine dei quali potrà scegliere la migliore università che vuole». La disponibilità della donna è completa. Si offre anche di fissare un appuntamento telefonico per ragguagli maggiori. Il problema non è la sua gentilezza o l’aspetto che sembra ancora un po’ caotico della scuola. Il problema è che l’International School of Switzerland (ISS) che si trova qui, in via Pestalozzi a Lugano, proprio in faccia alla pensilina, non ha l’autorizzazione del Consiglio di Stato a esercitare. Eppure, a essere proposto è un modello che vuole abbracciare l’insegnamento elementare, medio e anche superiore. Modello che pare essere stato scelto da una quarantina di allievi e le loro famiglie.
«A seguito di segnalazioni secondo cui un ente privato denominato «International School of Switzerland» con sede a Lugano avrebbe aperto il 1° settembre 2025 in assenza di agibilità e di un’autorizzazione ad esercitare l’insegnamento privato - fanno sapere in una nota congiunta il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS) e il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) sollecitati dal CdT - DECS e DSS tramite i rispettivi servizi hanno immediatamente predisposto degli accertamenti. Possiamo confermare che a oggi il Consiglio di Stato non ha rilasciato alcuna autorizzazione di esercizio per la «International School of Switzerland».
Presidente e vicepresidente della scuola a registro di commercio risultano essere dalla fondazione avvenuta nel 2023 Peter e Rebecca Hauch, entrambi cittadini australiani. «Parlerò dell’importanza dell’apprendimento, del motivo per cui lo stiamo facendo, del vedere gli occhi dei genitori illuminarsi perché questo è esattamente ciò che stavano cercando per i loro figli - dice in inglese in una video pubblicato il 30 luglio scorso sulla pagina Facebook della scuola, Rebecca Hauch -. Da noi è così diverso. La nostra scuola offre qualcosa di personale e considera importante ogni singolo bambino. Dà loro qualcosa che va oltre lo studio per un quiz o un test, fornisce loro competenze per la vita. Non vedo davvero l’ora di iniziare a metterlo in pratica quest’anno».
Sul sito internet della scuola vengono forniti ulteriori dettagli. «Il nostro curriculum - si legge - va oltre l’ambito accademico tradizionale, integrando l’apprendimento pratico con una combinazione unica di competenze segrete, come intelligenza emotiva, leadership e adattabilità, progettate per preparare gli studenti alle complessità della vita». Sempre nelle medesime pagine internet viene spiegato che la scuola è guidata dal «nostro modello pedagogico KIND, acronimo di Gentilezza, Innovazione, Navigazione e Scoperta».
Dal profilo personale su Linkedin del fondatore, Peter Hauch, si apprende che lo stesso è stato per 5 anni preside o responsabile del Livingstone Christian College, una scuola cristiana di 1.300 studenti, situata all’estremità settentrionale della Gold Coast in Australia. «La nostra missione è educare per l’eternità e preparare per la vita, attraverso la conoscenza di Cristo e la sua diffusione», si riassume nella pagina internet del College.
Il brusio dei bambini e degli adulti che parlano nei locali è costante. La donna dell’accoglienza sembra avere molte cose da fare. Prospetti e volantini sono un po’ dappertutto sul bancone. Ma non è per via del disordine che neppure la Divisione della salute pubblica del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha rilasciato l’agibilità per questa scuola. Le cui rette partono da 16.000 franchi, a salire e oggi si trova qui in via Pestalozzi dopo che la sede era stata inizialmente annunciata in via Canova.