Cantone

Un'altra stangata per il Ticino: «Delusione, rabbia e frustrazione»

L'aumento della cassa malati nel nostro cantone è del +9,2% – Il direttore del DSS Raffaele De Rosa: «Metodologia di calcolo penalizzante per noi»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
27.09.2022 15:30

Neanche a dirlo, il Ticino è tra i tre cantoni con il più alto aumento dei premi medi di cassa malati. Nel 2023 la fattura media mensile sarà più salata di circa 33 franchi. L'incremento sarà del 9,2% (a livello svizzero è del +6,6%). Il nostro è il terzo cantone con l'aumento più alto, dopo Neuchâtel (9,5%) e Appenzello Interno (+9,3%). Il premio medio mensile passerà da 362,80 a 396 franchi. Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha indetto per oggi pomeriggio l’annuale conferenza stampa a seguito dell’approvazione dei premi da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica.

«Abbiamo appreso con profonda delusione, rabbia e frustrazione dell'aumento in Ticino del 9,2% a fronte del 6,6% a livello nazionale. Si tratta di una stangata che riteniamo ingiusta», ha esordito il direttore del DSS Raffaele De Rosa. «La metodologia utilizzata per il calcolo è penalizzante per il nostro cantone, già fortemente colpito dalla pandemia. Le basi di calcolo si basano sul 2021, anno in cui c'è stato "l'effetto recupero" di molte cure e operazioni rimandate dal 2020 a causa della pandemia. Prendere come base di calcolo questo anno in una situazione così estrema e straordinaria è fuorviante e sbagliato. Per mitigare questa straordinarietà avevamo chiesto di considerare la media tra il 2020 e il 2021 dei costi della salute, ma non siamo stati ascoltati». Che dire delle riserve? «Restano a livello elevato e andrebbero restituite subito ai cittadini toccati dal carovita, dall'aumento dell'energia e del rincaro dei generi alimentari». In un contesto difficile, «questa stangata pesa molto sul bilancio delle famiglie».

I dati «penalizzanti» a causa della pandemia

Prendere il 2021 come anno di riferimento per i costi della salute «è estremamente penalizzante» per il Ticino, ha quindi ribadito il consigliere di Stato, dati alla mano. 

Le previsioni di costo e del premio medio delle autorità non rispecchiano la vera situazione, secondo il consigliere di Stato. Considerando Partendo dal terzo trimestre 2021 fino al secondo trimestre 2022, la crescita rispetto all'anno precedente è del 7,5%. Mentre rispetto al secondo trimestre 2021, la crescita nel secondo trimestre 2022 è del 3,8%. L'autorità, invece, ha considerato il +7,5% che è l'effetto della spesa dal terzo trimestre 2021 al secondo trimestre 2022, rapportata alla spesa sanitaria dello stesso periodo dell'anno precedente.  «Utilizzando questa metodologia, è stato considerato l'effetto del periodo totalmente pandemico, che quindi penalizza il Ticino, fortemente toccato dal COVID-19». Il Ticino aveva chiesto di «tener conto della situazione eccezionale e dei dati oggettivi», ma non è stato ascoltato.

Le misure di risparmio sui costi delle cure

Il primo messaggio del Consiglio federale del 21 agosto 2019 prevedeva nove misure di risparmio sui costi delle cure. Il secondo messaggio, del 7 settembre 2022, contiene un pacchetto di misure più incisivo. 

I margini di intervento del Cantone sui costi: finanziamento ospedaliero stazionario tramite contributo globale, nuova pianificazione ospedaliera (in vigore dal 2024), fissazione delle tariffe (valore del punto TARMED ospedaliero confermato dal TAF la scorsa settimana), nuovo regime di pilotaggio dell'offerta medica ambulatoriale (nuova procedura formale di autorizzazione per esercitare a carico della LAMal), legge di autorizzazione attrezzature medico-tecniche (TAC, risonanze magnetiche,...). Il sostegno alla medicina di famiglia e la cartella elettronica sono altri strumenti messi in campo, nella speranza di evitare ridondanze ed esami eccessivi, ha spiegato Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica.

Valutare se cambiare cassa malati

Con CSS e Helsana è assicurata la metà della popolazione ticinese. «La concentrazione fa sì che il premio risulti più omogeneo», ha aggiunto il collaboratore scientifico dell'Area di gestione sanitaria Matteo Veri. Ma «vi è una certa differenza di entità tra casse malati». E per la prima volta, nel nostro cantone, viene superato il margine di 600 franchi mensili. Osservando la differenza tra assicurazioni malattie, ci sono alcune casse il cui costo mensile sale meno rispetto al +9,2% medio, tra il 4 e il 6%. Tra le 11 casse malati disponibili, la differenza è di 100 franchi mensili. «L'eterogeneità tra casse è aumentata rispetto allo scorso anno e in una situazione in cui i premi salgono in maniera importante, una valutazione sul proprio premio assicurativo va sicuramente sicuramente fatta».

La popolazione ticinese cerca di risparmiare: il 78% della popolazione è assicurata con modelli alternativi: modello medico di famiglia (41%), HMO (3%) e altri modelli. «L'indicazione per il 2023 - ha concluso Veri - è di valutare se cambiare l'assicuratore malattia o scegliere un modello alternativo o una franchigia più bassa. Sappiamo che non si fa a cuor leggero, ma vale la pena di fare questa riflessione.

«Non siamo stati ascoltati»

In conclusione, ha quindi ripreso la parola il direttore del DSS, che ha messo i puntini sulle i. «Ribadiamo la fornitura sempre parziale dei dati dall'UFSP che non ci consente di esprimerci in maniera completa». La seconda considerazione è che il Cantone ritiene indispensabile svolgere l'analisi su dati completi, «a maggior ragione in un periodo così straordinario». Visto questo scenario, Bellinzona aveva scritto a più riprese (giugno e agosto) a Berna, chiedendo un'attenta verifica dei premi 2023 e l'attuazione dei correttivi data l'eccezionalità degli anni 2010 e 2021, che si lega alle criticità della metodologia utilizzata «fuorviante e penalizzante per il Ticino». «L'aumento iniziale del 9,3% per il premio medio ticinese, poi corretto al 9,2% dall'autorità federale, non lo riteniamo corretto - ha ribadito De Rosa -. Non siamo stati ascoltati. Ancora ieri mattina in una videoconferenza abbiamo ribadito fortemente le nostre rivendicazioni».

«Restituire le riserve ai cittadini»

Le riserve a inizio anno rimanevano sopra i 12 miliardi, dei quali 5 accumulati tra il 2017 e il 2021. «Queste riserve permettono di coprire il disavanzo. E la forte volatilità sui mercati finanziari ha fatto crescere la soglia delle riserve minime. Un motivo in più - ha aggiunto il direttore del DSS - per restituire le riserve agli assicurati così da permettere l'adozione delle importanti misure in atto a livello federale». La decisione giunta oggi da Berna è «una stangata che genera rabbia, frustrazione e delusione. L'aumento per il Ticino non si giustifica minimamente. La procedura rimane estremamente lacunosa. E rimangono fondamentali gli interventi sul contenimento dei costi».

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