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Uso e abuso di psicofarmaci: «Troppe pressioni sui ragazzi»

Per gestire lo stress sempre più giovani ricorrono ai tranquillanti: Dipendenze Svizzera lancia l’allarme – Ilario Lodi di Pro Juventute: «La pandemia non ha creato nulla, ha solo permesso di mostrare quello che già c’era»
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Luca Faranda
08.02.2023 06:00

Tranquillanti e compresse di Xanax prima di verifiche e presentazioni, ma anche «per far fronte alla pressione della vita». L’uso - e l’abuso - di psicofarmaci tra i giovani è una realtà presente in Svizzera e anche nelle scuole ticinesi. La Fondazione Dipendenze Svizzera, attiva nella prevenzione di problemi legati all’alcool e ad altre sostanze psicoattive, ha lanciato l’allerta sulle nuove forme di dipendenza e sulla mancanza di azioni politiche per proteggere in particolare gli adolescenti e i giovani adulti. 

Alcuni dati, già risalenti al 2018, mostrano che «circa il 4% delle ragazze e il 4,5% dei ragazzi di 15 anni hanno già assunto farmaci con effetti psicoattivi, come Xanax, sciroppi contenenti codeina o antidolorifici a base di oppioidi. Spesso i giovani indicano come motivo principale il piacere di sballarsi», spiega Markus Meury, portavoce di Dipendenze Svizzera.

Situazioni di stress

«La pandemia ha scatenato situazioni di stress che alcuni, anche i più giovani, cercano di affrontare con le benzodiazepine (ad esempio lo Xanax e altri tranquillanti)», scrive la Fondazione  nel suo rapporto annuale «Panorama svizzero delle dipendenze 2023». Le cifre di vendita di questi farmaci sono stabili, sebbene a un livello elevato, ma registrano un aumento considerevole tra i giovani. Per la fascia d’età tra 16 e 24 anni, l’incremento negli scorsi anni è stato superiore al 32%.

«Abbiamo notato un aggravamento della situazione negli ultimi anni», conferma Ilario Lodi, responsabile regionale di Pro Juventute. «La pandemia - chiosa Lodi - non ha però creato nulla, ha solo permesso di mostrare quello che già c’era. Da un lato, per fortuna che è arrivata perché ha ora dato la possibilità di correre ai ripari».

Influencer e genitori

Le cause di questi disagi tra i più giovani sono molteplici, sottolineano sia Meury, sia Lodi. Secondo il responsabile di Pro Juventute Svizzera italiana, «la prima causa è la complessità del mondo in cui stiamo vivendo. Inoltre, la pressione che mettiamo sulle spalle dei giovani non è gestibile. Così come “schiacciare i ragazzi” chiedendo loro di essere sempre più formati, flessibili e performanti. I giovani, poi, devono spesso confrontarsi con parametri di successo, ricchezza e bellezza che non esistono. Tramite anche alcuni cosiddetti influencer, si fa pressione sui giovani per esigenze di mercato che non sono in alcun modo esigenze educative». 

A volte anche il ruolo educativo dei genitori viene meno: «Alcuni credono, a torto, di non essere più in grado di prendersi cura dei propri ragazzi. Ma questo non è vero», spiega Lodi, secondo cui l’avvento delle nuove tecnologie ha in parte separato i figli dai genitori. «La digitalizzazione ha avuto effetti devastanti sulle capacità di relazionarsi di parecchi ragazzi».

Mancano gli studi

Ma quanto è grave la situazione in Svizzera e in Ticino? «Al momento non sono disponibili dati per cantone e il problema è anche che le cifre raccolte in questo settore sono molto scarse. I Cantoni e la Confederazione investono troppo poco in inchieste e rilevamenti regolari. Pertanto, la reale entità del problema rimane sconosciuta», afferma Meury. A suo avviso, però, la percezione del bisogno di assumere tranquillanti negli ultimi anni è sicuramente aumentata tra gli adolescenti.

Per il portavoce di Dipendenze Svizzera, le prime contromisure da adottare sono personali: «Si dovrebbero promuovere alcuni modi di affrontare lo stress, ad esempio praticando sport o imparando tecniche di rilassamento. Sono però necessarie soluzioni  a livello sociale, organizzando anche campagne di sensibilizzazione per tutti i professionisti che hanno a che fare con i giovani».

Non solo cerotti

«Ci sono molte organizzazioni - tra cui la stessa Pro Juventute, ndr - che fanno un grande lavoro per prendersi cura dei ragazzi. I progetti e le proposte educative ci sono, ma c’è bisogno di maggiori fondi», aggiunge dal canto suo il responsabile regionale di Pro Juventute, auspicando diversi miglioramenti con la revisione della Legge giovani e della Legge colonie. «A breve termine ci sono invece alcuni sportelli d’emergenza, tra cui lo stesso 147 di Pro Juventute. Ma l’educazione richiede tempi lunghi. Dobbiamo prenderci il tempo e tutto questo non può essere fatto con misure sporadiche che sono solo dei semplici cerotti».

Alcool e sigarette

Dipendenze Svizzera nel suo rapporto chiede anche il divieto di vendita di alcool nei negozi durante la notte in tutto il Paese, evidenziando i buoni risultati ottenuti con questa misura nei cantoni di Ginevra e Vaud. Da quando hanno vietato la vendita notturna di alcool nei negozi, rileva la Fondazione, questi due cantoni hanno registrato una diminuzione del 30% dei ricoveri per intossicazione da alcool. Un calo particolarmente marcato si registra fra i più giovani.

Dipendenze Svizzera auspica anche una miglior protezione della gioventù attraverso un aumento del prezzo delle sigarette elettroniche usa e getta (puff bar) e l’introduzione di limiti alle spese per contrastare la dipendenza dai giochi d’azzardo. Questi limiti di spesa - che non devono essere fissati dall’operatore - dovrebbero essere controllati grazie a carte da giocatore nominative valide in tutto il Paese.