Il fenomeno

Vacanze sempre più care

Il rincaro del carburante e un’offerta ancora lontana dai livelli pre-pandemia faranno gonfiare il costo del biglietto aereo - Rialzo dei prezzi anche per alberghi e noleggio di auto
© KEYSTONE (EPA/KOEN VAN WEEL)

La voglia di viaggiare c’è, ma le vacanze ci costeranno caro. I due anni di pandemia hanno lasciato il segno sul settore dei viaggi, ma a pesare, ora, sono anche le conseguenze della guerra in Ucraina. Il risultato? Partire per le ferie, quest’anno, ci costerà di più. E il rincaro potrebbe spingere molti a lasciar perdere le mete esotiche, optando invece per destinazioni più vicine, se non addirittura «casalinghe».

Il conflitto e la pandemia

«Il conflitto sta avendo un forte impatto sul petrolio e sui pezzi di ricambio. Rincari e carenze che stanno pesando sulle compagnie aeree, e questo si riflette sul prezzo dei biglietti», spiega Fabio Capone, responsabile di Kuoni per il Sopraceneri. Un aumento non ancora del tutto percepibile per il consumatore. Ma è solo questione di tempo. «Finora, le compagnie aeree hanno potuto fare affidamento sulle riserve di carburante acquistate tempo fa, ma è probabile che nelle prossime settimane o nei prossimi mesi dovremo attenderci un rincaro delle tariffe aeree». In soldoni, il rincaro dei biglietti dovrebbe aggirarsi tra il 7 e il 10%, secondo Capone. Ma a determinare l’aumento sono anche le logiche di mercato. «Per alcune destinazioni - dice Capone - le frequenze dei voli sono ridotte. E questo ha un impatto sui prezzi. Nonostante la ripresa, infatti, siamo ancora lontani dai numeri pre-pandemia». Un concetto ribadito anche da Davide Nettuno, portavoce di Hotelplan. «Rispetto al periodo pre-pandemico, i vettori hanno meno capacità di trasporto e, di fronte a una richiesta alta, i prezzi dei biglietti salgono». In generale, osserva Nettuno, «il mercato è ripartito, ma resta da capire quanto la nuova situazione logistica potrà penalizzarci». Il rischio, in sostanza, «è di avere numerose richieste che però non potranno essere soddisfatte. Per esempio, l’offerta di disponibilità di posti sui voli tra Milano e New York, rispetto al periodo pre-pandemico, è calata del 20%. Alcune persone, quindi, malgrado abbiano la voglia di partire, potrebbero non riuscirci. Perché non trovano posto sul volo, o perché il prezzo è esploso, proprio a causa dell’offerta limitata dei vettori».

Mete e soggiorni

Cosa fare, dunque, per salvare le vacanze? «Viste le molte variabili in gioco, quest’anno più che mai il consiglio è di muoversi con anticipo, e non attendere oltre per prenotare la vacanza», risponde Capone. Difficile, secondo il responsabile di Kuoni, indicare le mete che subiranno il rincaro maggiore. «Ma è ipotizzabile che il rialzo dei prezzi riguarderà soprattutto le lunghe percorrenze, visto che, a causa del conflitto, le rotte si stanno allungando. Per andare in Giappone, ad esempio, non potendo sorvolare lo spazio aereo ucraino, i tempi di volo si allungano notevolmente. E anche questo determina un aumento del prezzo del biglietto». Le agenzie di viaggio, gli fa eco Nettuno, possono fare poco: «Cerchiamo di guidare i clienti nella scelta. Laddove osserviamo differenze di prezzo marcate, consigliamo soggiorni più brevi, oppure di spostare di qualche giorno la data di partenza».

Il Mediterraneo piace a tanti

Guardando il calendario, le date più gettonate, e di riflesso più care, si collocano tra la metà di luglio e la metà di agosto. Mentre per quanto riguarda le destinazioni, «la gamma è molto ampia», dice Nettuno. «La maggioranza dei clienti si sta orientando verso le mete classiche: Grecia, Spagna e Italia, soprattutto il sud e le isole. Ma sono molto richiesti anche gli Stati Uniti». Le destinazioni del Mediterraneo - sostiene anche Capone - «faranno la parte del leone»: «Stimiamo infatti che buona parte dei viaggi avverrà anche quest’anno entro i confini europei». Per contro, faticano a riprendere le mete asiatiche, «in parte ancora soggette a limitazioni nella gamma dei prodotti, o comunque più gettonate nei mesi invernali». Continuano a piacere anche le località svizzere, come conferma Nettuno: «Anche quest’anno notiamo segnali importanti per il turismo interno. Ci attendiamo una stagione positiva».

Hotel e noleggio auto

Ma se a pesare sulle tasche dei viaggiatori sarà soprattutto il biglietto aereo, anche gli hotel hanno alzato i prezzi. «Alcuni alberghi - sottolinea Capone - hanno approfittato dei due anni di pandemia per rinnovare le strutture, investendo molto. Quindi ora cercano di compensare quanto speso, andando a influenzare i prezzi». Inoltre, fa notare Nettuno, «dobbiamo considerare che il tempo in cui c’erano listini di prezzo stagionali nelle strutture alberghiere è ormai finito: ora si applica un tariffario dinamico, per cui il costo della camera viene continuamente adattato in funzione della disponibilità e della richiesta. La nostra impressione, poi, è che gli albergatori stiano cercando di recuperare quanto perso durante la pandemia, giocando al rialzo». Una volta arrivati a destinazione, potrebbe anche esserci il problema del noleggio dell’auto. «Ed è un aspetto da non sottovalutare», secondo Capone. «Durante la pandemia, i maggiori rivenditori di servizi di autonoleggio sono stati costretti a ridurre drasticamente il parco auto». La conseguenza? «I prezzi oggi sono esplosi, con rincari del 20-30%, e si corre il rischio di non trovare più auto a disposizione. Lo abbiamo sperimentato per i viaggi negli USA, dove alcune categorie di auto risultano già esaurite da settimane, ma anche in diversi Paesi europei, tra cui l’Italia».

Le prospettive

Nonostante le incognite, molti decideranno comunque di partire. Anche perché - sottolinea Capone - chi negli ultimi due anni non si è spostato, adesso ha la voglia e magari anche le risorse economiche per concedersi una vacanza più lontana, e più lunga. «Se prima la durata media delle ferie estive si aggirava attorno ai 7 giorni, massimo 10, oggi vi è anche la tendenza a prenotare un viaggio di due settimane. Anche perché pesa l’incertezza dei prossimi mesi. Quindi molti clienti preferiscono approfittare del momento di tregua dalla pandemia, visto che non sappiamo cosa ci riserverà l’autunno». Nonostante la ripartenza, comunque, il settore dei viaggi nel 2022 non raggiungerà i livelli pre-COVID: «Pensiamo di toccare il 60-70% dei volumi pre-pandemia. Ma è difficile avere un quadro preciso per i prossimi mesi, viste le variabili in gioco».

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Nei prossimi mesi il prezzo dei voli si manterrà elevato

Nei primi quattro mesi dell’anno, acquistare un biglietto aereo dalla Svizzera è costato il 65% in più. Un rincaro importante, e che potrebbe far desistere alcuni viaggiatori dal scegliere mete lontane. Ma cosa si nasconde dietro questo incremento? Principalmente, come ci spiega un portavoce di Swiss, «il costo dei nostri biglietti è determinato dalla domanda e dall’offerta». Tutte le compagnie del gruppo Lufthansa hanno quindi proceduto negli scorsi mesi ad aumentare i prezzi a livello mondiale. «Da parte nostra», prosegue Swiss, «continueremo a monitorare l’andamento del mercato e della concorrenza, apportando - se necessario - le opportune modifiche». Ad ogni modo, i livelli dei prezzi dovrebbero mantenersi elevati anche nel corso dell’estate, «soprattutto a causa dell’attuale andamento del prezzo del greggio».

Si torna ad assumere personale

Nonostante la situazione, la richiesta di voli è in continuo aumento. Tanto che Swiss si aspetta una domanda molto elevata per l’estate. «In questo periodo, le nostre destinazioni mediterranee nei Paesi come Spagna, Italia, Portogallo o Grecia sono particolarmente richieste. Dai dati in nostro possesso, abbiamo notato che le persone hanno una grande voglia di tornare a viaggiare dopo due anni molto complicati, fatti di limitazioni e preoccupazioni. Ecco: proprio grazie alla progressiva scomparsa delle misure sanitarie, i clienti stanno tornando a viaggiare». E, di conseguenza, anche le prenotazioni a lungo termine sono in netta ripresa. Una tendenza che nemmeno l’alto livello dei prezzi dei biglietti riesce a limitare. Eppure, negli scorsi mesi, Swiss aveva incontrato alcuni problemi con il personale di bordo. Due i voli cancellati (in Sudamerica) a causa dell’assenza per malattia degli assistenti di volo. Una situazione di stress e fatica, come aveva spiegato il sindacato del personale di cabina Kapers, dovuta al piano di ristrutturazione della compagnia. E che, vista la forte domanda di voli, potrebbe aggravarsi in estate. «Il mese scorso abbiamo presentato ai dipendenti misure per allentare il carico di lavoro», spiega Swiss. «A Zurigo e Ginevra stiamo inoltre riassumendo gran parte del personale che aveva lasciato l’azienda»