Valanga PD anche sul Piemonte

TORINO - Il Piemonte cambia, al governo torna il centrosinistra. Il successo di Sergio Chiamparino e dell'alleanza di centrosinistra che lo sostiene era ampiamente prevedibile, ma non c'è stato pathos neppure per un minuto. Il primissimo dato parziale, al 49%, è stato ritoccato di un paio di punti verso il basso. Nulla a che vedere con l'incertezza fino all'ultima scheda di quattro anni fa, quando a sorpresa Roberto Cota, candidato leghista del centrodestra, aveva battuto Mercedes Bresso. Chiamparino governerà con una maggioranza solida, ben lontano dal rischio dell'anatra zoppa che era stato evocato da più di un osservatore nelle settimane della campagna elettorale. All'ex sindaco di Torino ed ex presidente della Compagnia di San Paolo sarebbero bastati i voti raccolti dal Pd (36%), ma un'altra dote importante, 4,7% gliel'ha portato la sua lista civica. Gli altri alleati della coalizione hanno dato un contributo minore: attorno al 2% sia i Moderati sia il Sel, forza quest' ultima su posizioni diverse su alcuni temi, primo tra tutti la Tav.Più in basso ancora Scelta Civica. Grazie all'esito delle urne non ci dovrebbero essere intralci al lavoro della nuova giunta consentendole - ha sottolineato Chiamparino - "di avere maggioranza solida e autosufficiente, libera da accordi e alchimie politiche".La squadra di governo è già delineata, ma il neopresidente prende tempo: "Per fare la giunta bisogna aspettare di conoscere gli eletti, perché avrò la possibilità di fare solo tre assessori esterni". Il M5S, certamente deluso dal risultato - 21% - dopo le grandi aspettative della vigilia, annuncia battaglia. "Quello che conta - dice il candidato alla presidenza Davide Bono - è avere 9-10 consiglieri per poter lavorare fin da subito e fare un'opposizione che controlli e sia propositiva per migliorare la situazione del Piemonte, che è molto sofferente".Un risultato migliore dei 'grillinì, tuttavia, l'ha ottenuto Gilberto Pichetto Fratin, andato oltre il 22%: era il candidato scelto da Forza Italia (15,6%), ma un robusto contributo gliel'ha dato l'alleata Lega Nord, risalita oltre il 7%. "Guiderò l'opposizione - dice Pichetto - un ruolo che svolgerò con serietà valutando nelle mie scelte l'interesse dei piemontesi".Per il coordinatore regionale di Forza Italia, è necessario però che si ricompatti il centrodestra: "Mi auguro che possa nascere un raccordo con le altre opposizioni, anche se la ricostruzione del centrodestra non è una questione solo del Piemonte.Diverso l'esito per gli altri due candidati del centrodestra: Guido Crosetto (Fratelli d'Italia-Alleanza Naazionale) ha raggiunto il 5%, il viceministro della Giustizia Enrico Costa (Ncd-Udc) ha raggiunto il 3%, ma non la lista, il partito di Alfano resta quindi fuori dal consiglio. Non commenta Costa, mentre Fdi affida l'analisi al portavoce regionale Agostino Ghiglia."Alle Europee - fa notare - abbiamo fatto il 4,24%, rispetto al 2,6% delle Politiche 2013 e, alle Regionali siamo oltre il 5%. Un risultato dimostra una forte avanzata della destra, che in Piemonte supera in modo significativo la media nazionale". La lista collegata a Tsipras, l'altro Piemonte a sinistra, infine, non è andato molto sopra l'1%.