Verso una naturalizzazione più facile per gli stranieri di terza generazione

Le attuali condizioni per la naturalizzazione degli stranieri di terza generazione vanno modificate per agevolare l'ottenimento del passaporto svizzero. Lo ha ribadito oggi la Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale (CIP-N) per 14 voti a 9. L'omologa commissione degli Stati si era opposta, al termine di un primo esame dell'iniziativa parlamentare, per 5 voti a 4.
Stando a una nota odierna dei servizi parlamentari, la CIP-N crede che gli argomenti addotti dalla commissione omologa della camera dei cantoni, secondo cui bisogna attendere che il nuovo diritto esplichi i suoi effetti ed è essenziale conoscere i motivi della scelta di non presentare una domanda di naturalizzazione, non siano determinanti.
Per la CIP-N, la revisione della legge sulla cittadinanza - accolta in votazione nel 2017 ed entrata in vigore l'anno successivo - non avrebbe prodotto gli effetti previsti. Diversi ostacoli renderebbero tutt'ora complicato l'accesso a questa procedura.
Terrorismo, no espulsione verso Paesi «canaglia»
Sempre nel corso della sua seduta, la CIP-N ha deciso (14 voti a 9 e 1 astensione) di dare seguito alla decisione di togliere dal ruolo la mozione di Fabio Regazzi (Centro/TI) che chiedeva l'espulsione di terroristi verso i loro Paesi di origine, sicuri o meno.
Il Parlamento aveva trasmesso questa mozione, ma in un rapporto del maggio scorso, il Consiglio federale giudicava impossibile, dal profilo giuridico, concretizzare la richiesta Regazzi, poiché viola il principio del non respingimento, protetto in maniera assoluta dal diritto internazionale.
La maggioranza della CIP-N condivide tali considerazioni. Al di là dell’aspetto prettamente giuridico, essa sottolinea in particolare che non è possibile avere due pesi e due misure nella protezione conferita dai diritti fondamentali: uno Stato di diritto degno di questo nome deve trattare anche i suoi nemici in modo conforme al diritto e ai suoi valori.
Invece di rinviare i terroristi in Paesi dove rischiano la tortura o la pena di morte, occorre impedire a queste perone di nuocere adottando delle misure in Svizzera. Esternalizzare la tortura o la pena di morte non è accettabile ed è contrario a tutti i valori fondamentali della Svizzera.
Ma per una minoranza la mozione non andrebbe tolta dal ruolo per ragioni di sicurezza interna. Essa pensa che la situazione attuale non sia soddisfacente e che spetti al Consiglio federale proporre soluzioni per evitare che la Svizzera dia rifugio a persone che non rispettano né lo Stato di diritto né la vita umana. Le azioni attuali vanno rafforzate affinché ogni persona condannata in Svizzera per terrorismo possa essere espulsa.