Verso uno scambio fiscale con Hong Kong

Maurer incontra l'omologo locale KC Chan: un accordo è già maturo e dovrebbe diventare effettivo entro la fine del 2019
Red. Online
19.04.2017 15:31

HONG KONG - Il consigliere federale Ueli Maurer ha fatto tappa oggi a Hong Kong al termine di un viaggio di otto giorni che l'ha condotto a Pechino, Shanghai e Singapore. Ne ha approfittato per evocare con gli interlocutori dell'ex colonia britannica la questione dello scambio automatico delle informazioni fiscali: un accordo è maturo e dovrebbe diventare effettivo entro la fine del 2019.

Il capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF) si è intrattenuto con l'omologo locale KC Chan e con rappresentanti dell'autorità monetarie e di regolamentazione dei mercati della regione amministrativa speciale cinese.

Maurer è accompagnato da una delegazione comprendente rappresentanti della Finma (Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari), della Borsa svizzera, dell'Associazione svizzera dei banchieri, degli ambienti finanziari e assicurativi.

"La Svizzera e Hong Kong hanno molti punti in comune: entrambi sono piccoli paesi, con una piazza finanziaria forte", ha dichiarato in una conferenza stampa, precisando di aver affrontato con i suoi interlocutori "i diversi punti sui quali possiamo collaborare in un'atmosfera cordiale".

Primi scambi d'informazioni a settembre 2019

In cima all'elenco figura un accordo sullo scambio automatico di informazioni in materia fiscale. "Prevediamo di firmarlo entro poco", ha detto il segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali Jörg Gasser. Ciò permetterà - ha aggiunto - "di cominciare la raccolta delle informazioni nel 2018 e di effettuare un primo scambio nel settembre 2019".

In quanto importanti piazze finanziarie, Hong Kong e la Svizzera hanno interesse a creare un ambiente che ponga tutti su un piede di parità, ha proseguito Gasser.

Chan e Maurer hanno inoltre affrontato le questioni relative alla sicurezza informatica che si pongono quando si scambiano grandi quantità di dati.

Hong Kong "porta d'ingresso" per la Cina

"Se Hong Kong interessa la Svizzera, è anche perché si tratta di una porta d'ingresso per investire in Cina", ha detto ancora il ministro delle finanze elvetico. Uno dei principali obiettivi del suo viaggio è infatti di promuovere la piazza finanziaria svizzera nell'ex Celeste impero. "Le banche svizzere come UBS e Credit Suisse sono già presenti in Cina, ma piacerebbe loro diventarvi più grandi", ha rilevato il consigliere federale.

Pechino vieta in particolare agli istituti bancari di detenere più del 49% di una società mista attiva nel settore dei valori mobiliari. "Abbiamo affrontato il problema con i nostri omologhi cinesi e abbiamo detto loro che vorremmo andare oltre questo limite", ha detto Gasser. UBS si appresta a far passare la sua quota nella società mista che ha costituito in Cina dal 25 al 49%.

Sull'altro fronte, le banche cinesi auspicano a loro volta insediarsi in Svizzera. Dopo l'arrivo della China Construction Bank (CCB), che ha ottenuto la licenza bancaria elvetica nell'ottobre 2015 e ha aperto una filiale a Zurigo, potrebbe essere il turno della Industrial and Commercial Bank of China, della Shanghai Pudong Development Bank o della Bank of China. "Abbiamo evocato i due scenari con i nostri interlocutori cinesi", ha confermato il segretario di Stato.

Nuova Via della Seta

Il viaggio asiatico, nel corso del quale Ueli Maurer ha avuto oltre 30 incontri bilaterali, ha anche permesso di discutere del contributo che la Svizzera potrebbe fornire al progetto plurimiliardario cinese d'investimenti "One Belt, One Road", o "Nuova Via della Seta", lanciato nel 2013 dal presidente cinese Xi Jinping.

"Abbiamo una grande esperienza nel settore dei grandi progetti infrastrutturali, grazie a imprese come ABB e Oerlikon, come pure in quello dei prestiti bancari, dell'assicurazione e della riassicurazione", ha detto Gasser.