Il caso

«Via la forma femminile dai documenti ufficiali»: è polemica per l'iniziativa dei giovani UDC a Svitto

Un'iniziativa sostenuta anche dal presidente democentrista Marcel Dettling intende combattere il cosiddetto linguaggio inclusivo
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Red. Online
07.07.2025 21:30

Il dibattito sul linguaggio inclusivo, in Svizzera, sembrava essersi calmato. Soprattutto dopo il no all'iniziativa «Tschüss Genderstern», nel 2024, a Zurigo. I giovani UDC, a Svitto, hanno però improvvisamente riaperto la discussione. Il motivo del contendere, una volta di più, è il grado di inclusione che dovrebbe avere la nostra lingua, o se preferite che dovrebbero avere le nostre lingue. La pubblica amministrazione e le università, spiegano i giovani UDC, come riferisce il Blick, puntano sempre più al cosiddetto linguaggio esclusivo, affinché le donne e le persone non binarie si sentano parte della comunità e, al contempo, rappresentate dalla lingua.  

I giovani UDC, per contro, ritengono che tutto ciò sia una forzatura. Per questo, non vogliono (citiamo) «stare con le mani in mano». Al contrario, hanno lanciato un'iniziativa «per un linguaggio semplice e comprensibile» al grido «Svitto non ha genere». A dar loro manforte, nientepopodimeno che il presidente del partito a livello nazionale Marcel Dettling: «I testi pubblici nel Canton Svitto devono rimanere leggibili».

Ma l'iniziativa, leggiamo, si spinge oltre. In futuro, nella legislazione svittese non dovrebbe più essere contemplata la forma femminile, ad esempio, sempre secondo i giovani UDC. «Nella corrispondenza ufficiale e negli atti legislativi dovrà essere utilizzata solo la forma maschile», si legge nel testo dell'iniziativa. Attualmente, in base alla legge sull'uguaglianza di genere, il Cantone privilegia termini generici neutri dal punto di vista del genere.

Sono state raccolte 2.000 firme, scrive sempre il Blick. L'iniziativa verrà presentata ufficialmente dopo le vacanze estive. La data della votazione non è quindi ancora nota. Secondo l'UDC, il dibattito sul genere e il linguaggio inclusivo fanno parte della «follia woke» e hanno contribuito, a loro modo, a rendere illeggibili i nostri testi e il nostro linguaggio. Uno studio europeo, per contro, dimostra che quando le persone sentono il maschile generico, pensano meno spesso alle donne, persino meno di quando sentono parole neutre. Al contrario, con un linguaggio inclusivo, le donne appaiono molto più spesso. Lo studio non è l'unico a essere giunto a questi risultati.

Lo psicolinguista svizzero Pascal Gygax, conclude il Blick, ha scoperto nelle sue ricerche che tendiamo a pensare agli uomini quando leggiamo un termine maschile. Per l'autore dello studio, il linguaggio esclusivamente maschile rende invisibili molte persone. Inoltre, influenza il modo in cui i bambini immaginano le loro future carriere.