Viaggiatori dalla Cina: in Svizzera c'è preoccupazione
In attesa di una decisione del Consiglio federale, c'è preoccupazione in Svizzera per la rapida propagazione del coronavirus in Cina. Oggi ben tre domenicali svizzeri, NZZ am Sonntag, SontagsBlick e Le Matin Dimanche, si interessano al tema.
Se politici di ogni schieramento chiedono l'introduzione di test obbligatori contro il COVID-19 per le persone in provenienza dalla Cina, il presidente della Conferenza dei direttori cantonali della sanità (CDS), Lukas Engelberger, invita sulla NZZ am Sonntag la Confederazione a coordinarsi con gli Stati europei. Austria, Belgio, Germania, Grecia, Paesi Bassi e Svezia si sono aggiunti la scorsa settimana alla lista dei Paesi - di cui fanno parte tra gli altri Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Corea del Sud e Stati Uniti - che hanno introdotto test obbligatori per il COVID per i viaggiatori in arrivo dalla Cina.
La decisione dei diversi Paesi è stata presa dopo una riunione di esperti mercoledì a Bruxelles in cui non c'è stato un accordo su misure obbligatorie per tutti ma solo su una forte raccomandazione, oltre che per i test anche per l'uso obbligatorio di mascherine a bordo degli aerei dalla Cina. Ma soprattutto, a «esaminare e sequenziare le acque reflue degli scali dove sono previsti voli internazionali e aerei in arrivo» da Pechino. Interpellato dal Corriere del Ticino, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), giovedì, ha fatto sapere: «La Svizzera prende atto dei risultati di questo incontro e li sta esaminando nel dettaglio, in particolare per quanto riguarda i criteri epidemiologici».
Secondo lo specialista in malattie infettive all'ospedale universitario di Zurigo, Huldrych Günthard, interrogato dal SonntagsBlick, i test non hanno invece «alcun senso». L'infettivologo sostiene piuttosto la vaccinazione obbligatoria per i viaggiatori in provenienza dalla Cina, al fine di ridurre il rischio di sovraccarico del sistema sanitario.
Dal canto suo, Manuel Schibler, responsabile del laboratorio di virologia all'ospedale universitario di Ginevra (HUG) assicura su Le Matin Dimanche che i dati raccolti, in particolare dal sequenziamento del genoma del SARS-CoV-2, sono attualmente sufficienti per «farsi un'idea di ciò che circola nel nostro Paese».
Il Consiglio federale discuterà verosimilmente nella sua seduta di mercoledì dell'eventuale introduzione di test COVID obbligatori per i viaggiatori in provenienza dalla Cina. È quanto ha indicato venerdì all'agenzia Keystone-ATS l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Vista la protezione elevata contro un'evoluzione grave della malattia tra la popolazione «non pensiamo che l'epidemia attuale in Cina possa rappresentare un rischio maggiore per il sistema sanitario svizzero», ha precisato l'UFSP.