"Vietare il burqa non è discriminatorio"

Lo ha stabilito il Tribunale civile di Milano: "Negli ospedali e negli uffici pubblici c'è di mezzo il valore della pubblica sicurezza" - VOTA IL SONDAGGIO
Red. Online
03.05.2017 12:06

MILANO - Vietare alle donne musulmane di indossare il velo, e in particolare nelle "forme del burqa e del niqab", in ospedali e uffici pubblici è sì uno "svantaggio per le persone che aderiscono a una determinata religione", ma quel divieto non è discriminatorio perché "oggettivamente giustificato da una finalità legittima, ragionevole e proporzionata rispetto al valore della pubblica sicurezza". Lo scrive il Tribunale civile di Milano nelle motivazioni della sua sentenza del 20 aprile sulla questione, riportate oggi dal "Corriere della Sera".

Nelle motivazioni il giudice Martina Flamini spiega che la "pubblica sicurezza" è "concretamente minacciata dall'impossibilità di identificare le numerose persone che fanno ingresso nei luoghi pubblici individuati".

In Lombardia, dallo scorso primo gennaio, è vietato l'ingresso negli ospedali, nelle sedi istituzionali della giunta e degli enti e società del sistema regionale a chi indossa burqa, niqab o oggetti che impediscano il riconoscimento.

Con la sentenza del 20 aprile il tribunale milanese ha respinto il ricorso presentato dall'Associazione studi giuridici immigrazione (Asgi) e da altre organizzazioni, secondo le quali la delibera regionale è "discriminatoria".