Vietare le pubblicità sulle sigarette

BERNA - Il divieto di pubblicità è il prossimo passo da intraprendere nella lotta contro il tabagismo. Lo sostengono associazioni attive nella prevenzione al vizio del fumo, che criticano la recente decisione del governo di respingere un'iniziativa in proposito.I giovani restano il target principale dell'industria del tabacco, che cerca di rinnovare la clientela. Gli studi dimostrano che una persona che arriva a 21 anni senza fumare vede crollare al 10% la probabilità di cadere nella dipendenza, ha sostenuto oggi il professore neocastellano Claude Jeanrenaud a Berna nel corso della seconda conferenza nazionale sulla prevenzione del tabagismo.Di fronte ad un'industria che investe sei volte di più in pubblicità rispetto agli ambienti della prevenzione, solo il divieto di pubblicità potrebbe risultare efficace, ha proseguito il professore. Il Consiglio federale e una Commissione del Consiglio nazionale hanno recentemente respinto un'iniziativa popolare in questo senso.«Non sappiamo come spingerci oltre», ha affermato Bruno Meili, presidente dell'Associazione svizzera per la prevenzione del tabagismo (AT). Per la Federazione svizzera delle associazioni giovanili (FSAG), che raggruppa circa mezzo milione di giovani, «è incomprensibile che un divieto di pubblicità non sia ancora in vigore»