Violenza di gruppo in spiaggia a Stresa

Violentata dagli amici in una spiaggia libera a Stresa (Verbania). La denuncia di una ventenne ha portato a quattro iscrizioni nel registro degli indagati. I nomi sono quelli di tre ragazzi e una ragazza: hanno tutti tra i 19 e i 25 anni, lavorano, sono senza precedenti.
La ventenne si era rivolta ai carabinieri raccontando che nella notte tra il 24 e il 25 giugno, dopo una serata a fare baldoria nei locali della zona, era andata con il resto della comitiva in riva al Lago Maggiore, dove però, a turno, tutti e quattro abusarono di lei. Una visita all'ospedale ha confermato la compatibilità delle lesioni con degli atti di violenza.
I giovani erano già stati ascoltati come semplici testimoni venerdì. Ieri però sono stati indagati; il provvedimento permetterà agli inquirenti di svolgere una serie di accertamenti, per esempio il test del Dna. Il fascicolo è aperto per violenza sessuale di gruppo. Sia la ventenne che i presunti aggressori abitano nella zona e sono di origini latino-americane.
In un'altra provincia piemontese, a Cuneo, i carabinieri sono al lavoro su un'altra denuncia: questa volta si parla di due quindicenni costrette a subire atti sessuali da un gruppo di ragazzi nella toilette di una piscina. L'episodio risale a circa un mese fa.
Le ragazzine si erano trattenute nell'impianto acquatico un pochino di più delle altre loro amiche per concedersi un ultimo bagno nella calda giornata estiva. A quel punto sarebbero state avvicinate e importunate da un branco di ragazzi, i quali, tra battute volgari e gesti inappropriati, sarebbero riusciti a impadronirsi di qualche loro oggetto personale: un telefonino, un paio di occhiali. «Se li rivolete dovete venire insieme a noi nei bagni».
Alla sera la mamma di una delle quindicenni si è accorta che qualcosa non andava: ha chiesto alla figlia di confidarsi e, alla fine del racconto, ha chiamato i carabinieri. È anche arrivata un'ambulanza, che ha portato la studentessa in ospedale per tutti gli accertamenti del caso.
Gli investigatori stanno cercando di risalire all'identità dei componenti del branco. Un indizio è che, come hanno detto le ragazze, erano «tutti tatuati». E ci si chiede anche come sia possibile che in una piscina, in pieno giorno, nessuno si sia accorto di nulla.