Vladimir Putin e la minaccia nucleare russa: che cosa dicono i documenti segreti

Vladimir Putin, dunque, premerà il cosiddetto bottone rosso? La Russia ricorrerà alle armi nucleari? Domande inquietanti. Tanto quanto le possibili risposte, estrapolate da documenti segreti russi finiti nelle mani del Financial Times. Così Alexander Gabuev, direttore del Carnegie Russia Eurasia Center di Berlino: «Questi documenti mostrano che la soglia operativa per l'uso di armi nucleari è piuttosto bassa nell'ipotesi in cui il risultato desiderato non dovesse essere raggiunto con mezzi convenzionali».
Il Financial Times ha ottenuto il dossier da «fonti occidentali» anonime. Fra i documenti sono presenti anche ipotetici scenari «per invadere la Cina», Paese considerato amico da Mosca ma di cui il Cremlino, evidentemente, non si fida fino in fondo tant'è che l'invasione sarebbe una risposta a un attacco di Pechino. Ma vi sono accenni, altresì, alla cosiddetta dottrina russa sull'uso delle armi nucleari. Un concetto descritto come un pilastro della propria difesa. Bene, anzi male, visto che dai documenti citati emerge quanto una guerra nucleare con la Russia sia incredibilmente probabile. Più probabile di quanto pensassimo. Nello specifico, secondo il quotidiano britannico la soglia per l'uso di armi nucleari tattiche è più bassa di quanto la Federazione Russa ammetta pubblicamente. La dottrina militare di Mosca, in questo senso, prevede «l'uso di armi nucleari tattiche nella fase preliminare di un conflitto con le maggiori potenze mondiali». Tradotto: se la Russia non ha più abbastanza truppe per «fermare una grande aggressione nemica» o, ancora, se il 20% dei sottomarini russi armati con armi nucleari, il 30% dei sottomarini a propulsione nucleare, tre o più incrociatori, campi d'aviazione o centri di comando costieri venissero distrutti, allora l'uso delle armi nucleari sarebbe giustificato agli occhi del governo russo.
Vero, gli scenari presentati – come detto – si basano in gran parte su un presunto, possibile attacco alla Cina. Ma gli esperti interpellati dal Financial Times ritengono che le condizioni citate possano applicarsi anche ad altri Paesi. L'anno scorso, Vladimir Putin aveva ribadito che la dottrina nucleare russa prevede due possibili soglie per l'uso di armi nucleari. Nel primo caso, come ritorsione in caso di attacco nucleare da parte di un nemico. Nel secondo, citiamo, se «l'esistenza della Russia come Stato è minacciata, anche da armi convenzionali». Mosca aveva tuttavia aggiunto che nessuno dei due scenari, al momento, era da considerarsi probabile.
Fatta questa premessa, è interessante notare come le truppe russe, in realtà, si addestrino regolarmente per un potenziale attacco nucleare. Lo scorso giugno e novembre, ad esempio, si sono tenute esercitazioni militari al confine tra Russia e Cina, durante le quali sono stati utilizzati missili Iskander a capacità nucleare. Gli esperti ritengono inoltre che la Russia potrebbe utilizzare le armi nucleari come mezzo di «de-escalation». Utilizzando quello che viene definito «incitamento alla paura», la Russia così facendo cercherebbe di porre fine a un conflitto alle proprie condizioni, scioccando l'avversario con l'uso anticipato di una piccola arma nucleare o provocando un accordo con la minaccia di tale uso. Di più, oggi, nel suo discorso annuale sullo stato della nazione, Putin ha ribadito che «le forze nucleari strategiche della Russia» sono pronte all'uso.
D'accordo, ma quindi siamo di fronte a una possibile guerra nucleare? No, stando agli analisti. Con le sue azioni, fra cui la distruzione di importanti navi da guerra russe nel Mar Nero, l'Ucraina ha certo disturbato e non poco le operazioni di Mosca. Ma non a tal punto da spingere il Cremlino a prevedere l'uso di armi nucleari. Non solo: se è vero che Emmanuel Macron, con le sue dichiarazioni circa l'invio di truppe occidentali nel Paese invaso, ha contribuito a complicare una situazione di per sé già molto tesa, è altrettanto vero che la soglia della Russia per l'uso di armi nucleari, nel contesto del conflitto ucraino, rimane comunque molto più alta rispetto ad altri, potenziali conflitti. Anche perché un attacco nucleare contro Kiev porterebbe, verosimilmente, a un'escalation della guerra. E spingere Stati Uniti e Regno Unito a un intervento diretto. Uno scenario, questo, che Putin non auspica.
Resta, di fondo, una verità: la Russia, dati alla mano, è la più grande potenza nucleare del mondo. Delle circa 12.500 armi nucleari presenti nel mondo, ben 5.889 appartengono alla Federazione Russa. Significa che, nell'insieme, in caso di attacco l'Europa non sarebbe in grado di difendersi. E questo perché solo Francia e Regno Unito dispongono di armi nucleari. Sufficienti, però, per difendere i propri Paesi. Liviu Horovitz, esperto di NATO e armi nucleari presso la Science and Politics Foundation di Berlino, ha spiegato che se Parigi e Londra dovessero proteggere il resto del continente «il numero e la composizione delle armi nucleari a disposizione sarebbero insufficienti rispetto alla Russia».