Lago

Voglia di Ceresio: barche in aumento

Il numero di natanti è tornato a salire negli ultimi tre anni invertendo una tendenza negativa - Ma il numero di posti barca...
A Lugano c'è la coda ai pontili. © CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
22.05.2023 06:00

Dovremmo vedere il Ceresio un po’ più trafficato, nella stagione calda ormai alle porte. Nel 2022, il numero d’imbarcazioni immatricolate sul lago di Lugano è cresciuto per il terzo anno di fila, confermando un’inversione di tendenza rispetto alla diminuzione avvenuta nel lustro precedente. Le statistiche della Sezione della circolazione parlano di 3.663 natanti contro i 3.562 del 2021 e i 3.511 del 2020. Andando più indietro nel tempo, abbiamo a disposizione solo i dati aggregati che includono Ceresio e Verbano e che mostrano come il picco delle immatricolazioni, negli ultimi quindici anni, sia stato raggiunto nel 2015 con 7.551 imbarcazioni autorizzate a salpare. Da allora è cominciata una discesa costante fino ai 6.540 natanti presenti nel 2019, poi la citata inversione di tendenza con le 6.736 barche del 2020 e le 6.858 dell’anno successivo (per la statistica unita del 2022 ci manca il dato del Verbano, dove le immatricolazioni hanno comunque fatto registrare un aumento fra il 2020 e il 2021). La ripresa fa ben sperare chi lavora nel (o con il) settore nautico, anche se i numeri probabilmente sono ancora lontani rispetto a quelli (di cui non disponiamo) degli anni Ottanta e Novanta.

Alcuni operatori ricordano che all’epoca il carburante erogato sul Ceresio poteva arrivare ai cinquecentomila litri all’anno, mentre nel 2019, per darvi un’idea, il contatore si è fermato attorno ai duecentomila. Dopo lo scoppio della guerra, fra l’altro, la benzina costa sensibilmente di più e questo potrebbe rivelarsi un fattore per l’uso effettivo delle imbarcazioni immatricolate. Con tutta la fatica che si fa a procurarsi un posto barca sul Ceresio, però, sarebbe un peccato non prendere il largo e guardare Lugano da una prospettiva diversa.

È già finita?

Guardare Lugano o altre rive del Ceresio, come quella di Caslano ad esempio. Wolfango Fieni, che proprio a Caslano gestisce un cantiere nautico, è già andato oltre i dati sull’aumento delle immatricolazioni. «È vero, c’è stato un picco dopo la pandemia perché tutti si sono accorti quanto è bello vivere il territorio. È successo lo stesso per le capanne in montagna. Ora tuttavia stiamo tornando ai numeri pre Covid». Vecchi numeri, vecchi problemi. «Mancano posti barca, e qualcuno dovrebbe chinarsi sulla questione. Senza posti barca non ci sono vendite, e senza vendite non c’è futuro per il settore nautico». Fieni spera che i progetti per la creazione di nuovi ormeggi, come quelli di Melide e Riva San Vitale, possano avanzare rapidamente. E Lugano? «La lista d’attesa è lunghissima: se una persona deve aspettare cinque anni per un posto barca, alla fine va altrove».

Non affiorano progetti

Sono 740, per la precisione, i parcheggi acquatici offerti a Lugano, come fa sapere il responsabile degli stabilimenti comunali Fabio Schnellmann. Chiaramente sono tutti occupati, ma la lista d’attesa negli gli ultimi anni si è ridotta. «Ad aspettare, al momento, è una sessantina di persone contro le trecento di qualche anno fa». Qualcuno probabilmente ha trovato un attracco lungo altre rive, o su altri laghi. Qualcun altro magari ci ha rinunciato del tutto. «Di nuovi progetti per aumentare il numero di posti, al momento, non ne abbiamo in programma» spiega Schnellmann a domanda precisa. «Anzi, su richiesta del Cantone dobbiamo liberare alcune rive dalle imbarcazioni, anche se poi quei posti verranno compensati creando degli ormeggi in acqua». Il Cantone: la massima autorità, quando si parla di lago. La sua politica è chiara: aumento dei posti barca, no; riorganizzazione per fare ordine e agevolare la valorizzazione delle rive, sì.

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