Brexit

«Vogliamo fare di un no deal un successo»

Così la premier britannica Theresa May che ha preso la parola alla Camera dei Comuni
Theresa May mentre parla alla Camera dei Comuni. (Foto Keystone)
Ats
26.02.2019 14:29

LONDRA - Spiraglio di Theresa May sull’ipotesi d’un rinvio «breve e limitato» della Brexit rispetto alla data prevista del 29 marzo. La premier Tory, pressata dall’ala moderata del suo partito, lo ha annunciato oggi alla Camera dei Comuni durante uno statement di aggiornamento sui colloqui con Bruxelles, precisando di voler mettere ai voti questa opzione laddove «entro il 12 marzo» fosse di nuovo bocciata a Westminster la sua proposta di divorzio concordato oggetto al momento di negoziati supplementari con l’UE. La May ha spiegato che in caso di una sua bocciatura il 12 marzo, il giorno dopo il governo sottoporrà al voto della Camera un primo emendamento sull’ipotesi di un «no deal» e - nell’eventualità pressoché certa che questa ipotesi fosse rigettata - un secondo emendamento sull’opzione del rinvio. «Voglio essere chiara, io non voglio un’estensione» della scadenza dell’articolo 50 e quindi una proroga della Brexit, e il governo è «assolutamente focalizzato» sull’obiettivo di far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea, «nel rispetto della volontà popolare espressa nel referendum» del 2016, «il 29 marzo», ha tuttavia subito precisato, aggiungendo che lo slittamento non sarebbe peraltro una garanzia contro il «no deal» e invocando la scelta di un divorzio concordato.

«L’alternativa resta fra un deal, un no deal o una non Brexit», ha insistito la May, polemizzando contro quest’ultima opzione come un tradimento del voto popolare del 2016 e accusando il leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn di essersi rimangiato - con la sua recente apertura a un referendum bis - l’impegno di rispettare quel voto. ll governo britannico vuole «una Brexit concordata» con l’UE, ma resta impegnato a «fare di un no deal un successo» se un’uscita senz’accordo si rivelasse alla fine necessaria. Lo ha detto ai Comuni la premier Theresa May, rifiutandosi di escludere a priori questa opzione fin da subito, nonostante l’apertura su un ipotetico rinvio «breve e limitato» della data d’uscita del 29 marzo. La May ha peraltro riconosciuto le legittime preoccupazioni di chi guarda al tempo del negoziato che sta per scadere.

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