«Vogliamo integrarci di più nel territorio ticinese»

Contro i vertici di lastminute.com nel 2022 era stata aperta un’inchiesta per una presunta truffa legata alle indennità di disoccupazione parziali durante la pandemia, che aveva anche comportato l’arresto dell’allora allora amministratore delegato Fabio Cannavale e del direttore esecutivo Andrea Bertoli (che nel frattempo sono stati scarcerati). L’azienda non è coinvolta nel procedimento penale ma ha avuto una vertenza amministrativa con la Segreteria di Stato all’Economia (SECO) che è stata definita con la restituzione da parte della società di 29 milioni di franchi. A fine 2022 i vertici aziendali sono stati rinnovati: il nuovo CEO è Luca Concone e alla presidenza del Cda è stato nominato Yann Rousset. Vediamo quali sono i piani della società per il futuro.
Ingegner Concone, nel primo semestre voi avete registrato un fatturato in progressione del 15% su base annua a 184 milioni di euro (177 milioni di franchi) e un utile netto salito del 22% a 29,9 milioni di euro. Siete soddisfatti di questo risultato? E quali sono le vostre previsioni per l’intero anno?
«Possiamo dire che miriamo a migliorare i risultati in termini di fatturato e margini di circa il 15% rispetto all’anno scorso. Per quanto riguarda i risultati del primo semestre di quest’anno siamo molto soddisfatti, perché siamo riusciti a conseguire aumenti del fatturato e dell’utile in un contesto molto difficile. Io sono arrivato all’inizio di quest’anno, e abbiamo completamente riorganizzato le attività e rinnovato il Consiglio di Amministrazione e buona parte del management. Mentre stavamo effettuando questa riorganizzazione in profondità, siamo anche riusciti a mettere a segno il record di ricavi. Il che non è facile. Infatti di solito per riorganizzare i processi aziendali si rallenta molto l’attività per poi ripartire. Invece noi abbiamo fatto tutto in contemporanea. Chiaramente siamo stati aiutati dall’andamento del mercato, che nella prima metà dell’anno era in forte ripresa, anche perché la gente è tornata a viaggiare».
lastminute.com ha concluso la vicenda giudiziaria. Come giudica l’accordo trovato con la SECO per chiudere il caso?
«Io giudico l’accordo “fair”, ossia giusto. Guardando in dettaglio la vicenda, c’era un prerequisito amministrativo, che riguardava il processo di gestione del personale, e quindi, d'accordo con il Cda, abbiamo regolato la questione restituendo il denaro che abbiamo ricevuto. Dal punto di vista economico, l’azienda rimane molto forte: nonostante questo rimborso, la nostra situazione finanziaria è addirittura migliorata rispetto all’anno precedente».
Nel lungo termine dovrete affrontare danni reputazionali?
«Il nostro business ha dimostrato grande forza e flessibilità durante la crisi e i nostri clienti non sono stati impattati in nessun modo dall'investigazione. D’altra parte i nostri partner sia finanziari, ossia le banche, sia di business, ossia i provider, sono sempre rimasti al nostro fianco».
Voi avete rinnovato completamente il Consiglio di amministrazione e una parte del management. Come sta cambiando l’azienda? Qual è il vostro obiettivo?
«Stiamo dando all’azienda una struttura molto più forte in termini di processo, organizzazione e controllo. Per fare una metafora, è un po' come un adolescente che diventa adulto. Questo perché è una start up di enorme successo, che ha acquisito una serie di aziende proprio perché era capace di crescere. Ma quando si arriva a 1700 dipendenti operando in 12 giurisdizioni diverse, occorre diventare un'azienda strutturata con tutte le funzioni del caso. Prima l’azienda era guidata dal fondatore, Fabio Cannavale, che si è dimesso da tutte le cariche. Ora è diretta da me, e stiamo mutando pelle e cultura».
Che profili ha cercato per il Cda e per il management?
«Per il Cda gli azionisti hanno selezionato persone indipendenti e che come me ragionino molto in termini di procedure e controllo. Per esempio il nuovo presidente è Yann Rousset, che vive a Zurigo ed è un esperto di corporate governance e di aspetti regolamentari. Nel management sono state scelte persone che avessero esperienze specifiche, per esempio nelle risorse umane. Io non cerco generalisti, ma specialisti».


Spesso siete stati criticati per essere poco presenti sul territorio e di impiegare prevalentemente frontalieri (oltre il 90% della vostra manodopera). State prendendo misure per rendervi più «ticinesi»?
«Per quanto riguarda il passato, è vero che l’azienda è venuta in Ticino ma ha fatto fatica inizialmente a integrarsi nel tessuto locale. Per cui uno dei piani che abbiamo adottato, sia come comunicazione corporate sia come investimento ESG (environment, social e governance, ossia nella sostenibilità, ndr), è di integrarci di più nel territorio ticinese. Questa rappresenta una delle nostre componenti «social». Io ho grandi ambizioni in questo campo. Potremmo confrontarci fra sei mesi per vedere i risultati di questa politica».
Cosa volete fare in concreto?
«Vogliamo iniziare a diventare più «ticinesi» partendo dalle assunzioni, dando maggiore opportunità ai residenti, e migliorando le relazioni con le Autorità, partendo da Chiasso, che è il Comune che ci ospita e dove abbiamo la nostra sede. Ricordiamo anche che paghiamo le tasse e i contributi qui nel Cantone, e a Chiasso non dispiace la presenza di un’azienda con 500 dipendenti. Vogliamo entrare di più nel tessuto sociale, accademico e industriale del Cantone. Per questo vogliamo progressivamente modificare la politica di assunzione dei frontalieri, che ora rappresentano il 90% dei nostri dipendenti. Allo stesso tempo, bisogna essere consapevoli della realtà ticinese, e delle difficoltà strutturali che affrontiamo. Da menzionare è il numero ridotto di candidati disponibili per le posizioni da noi ricercate. Se guarda al Ticino come polo di tecnologia informatica, siamo tra le aziende più all’avanguardia, soprattutto nel software engineering. Vogliamo rafforzare i rapporti con le Università e aumentare il numero degli stage per gli studenti ticinesi interessati a questo settore. Inoltre intendiamo promuovere la mobilità sostenibile, per esempio con un programma che incentivi chi viene a lavorare in bicicletta e utilizza il car pooling. Proprio per raggiungere questi obiettivi abbiamo creato una nuova figura, il Chief Sustainability and Public Affairs Officer. Per questo ruolo abbiamo scelto una persona che conosce profondamente il territorio, dato che ormai da molti anni lavora nel Canton Ticino collaborando con aziende, istituzioni e università».
Come sta evolvendo il numero di collaboratori?
«Il numero sta aumentando. Noi operiamo principalmente su tre poli: per il customer care siamo presenti a Bangalore, in India, e a Madrid in Spagna, con circa 600 persone che lavorano al telefono. Infatti abbiamo «in casa» i servizi ai clienti. Invece a Chiasso abbiamo la sede centrale, con la direzione e gran parte dei team di information technology, marketing, e via dicendo. Noi ci aspettiamo una crescita della sede di Chiasso, dove disponiamo di circa 480 collaboratori, di cui una sessantina assunti negli ultimi 12 mesi».
Facciamo una domanda di tipo generale. Come si è visto con le ondate di caldo e gli incendi nel Mediterraneo, e del maltempo in varie parti del mondo, probabilmente in futuro ci saranno dei cambiamenti a livello di mete turistiche. Avete delle previsioni in questo ambito? E come vi state preparando?
«Non puntiamo su alcune mete turistiche piuttosto che su altre. Il vantaggio competitivo del nostro modello di business è quello di potersi adattare rapidamente ai cambiamenti non avendo investimenti specifici su rotte o strutture turistico-recettive predefinite. Noi seguiamo le proposte degli operatori, per poi presentare ai clienti in modo rapido e conveniente le loro offerte. Nondimeno, abbiamo in programma attività specifiche per segnalare le mete e le strutture più sostenibili al fine di promuovere un turismo sempre più attento all’impatto ambientale».