Il caso

Voli Ryanair introvabili sui siti delle agenzie di viaggio online

Nuovo capitolo della battaglia tra la compagnia aerea e gli aggregatori online che dall’inizio di dicembre hanno rimosso dalle proprie piattaforme i collegamenti del vettore irlandese
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Red. Online
05.01.2024 18:13

Introvabili: stiamo parlando dei voli Ryanair sui siti delle agenzie di viaggio online. A darne notizia è il Corriere della Sera. All’origine del curioso caso c’è, ancora una volta, la battaglia tra la compagnia aerea e le agenzie di viaggio. Il risultato? Beh, a inizio dicembre molti aggregatori online hanno rimosso dai propri siti web quasi tutti i collegamenti del colosso irlandese. Il vettore, inutile dirlo, ne ha risentito, almeno in parte. Secondo le stime del Corriere della Sera, infatti, la mossa delle agenzie di viaggio online ha fatto perdere a Ryanair 208.000 clienti.

E la compagnia aerea irlandese come ha preso questa mossa? Bene, anzi benissimo sembrerebbe. Già, perché quella che agli occhi di molti potrebbe sembrare una punizione, a quelli di Ryanair pare un vantaggio in quanto i clienti sono così incoraggiati a prenotare i voli direttamente sul sito ufficiale dell’azienda. Le dimensioni monstre del colosso dell’aviazione low cost, del resto, fanno sì che l’azienda preferisca che il cliente prenoti direttamente «alla fonte». In questo si discostano dagli altri vettori per i quali, visto le dimensioni ridotte, la presenza sui grandi aggregatori online di viaggi è, se non una manna dal cielo, quantomeno un aiuto significativo nella realizzazione della propria cifra d’affari. Ma la faccenda non finisce qui: per garantire che nessun sito venda i suoi voli, Ryanair ha avviato diversi contenziosi legali. Uno di questi, qualche settimana fa, ha spinto l’Alta Corte irlandese a dichiarare illegale il «web scraping» (tecnica che consente di catturare automaticamente tutte le soluzioni di viaggio di una data compagnia aerea) praticato da Flightbox perché in violazione dei termini di utilizzo del sito di Ryanair.

Ma perché Ryanair vuole che le prenotazioni vengano eseguite direttamente sul proprio sito? I pareri sono discordanti. Secondo all’amministratore delegato del gruppo low cost Michael O’Leary, «le agenzie di viaggi online prendono le nostre offerte più convenienti e vi caricano costi aggiuntivi anche per servizi che non esistono». Diverso il parere, per esempio, di Felix Mikolasch, avvocato per la protezione dei dati presso noyb che spiega: «Ryanair trae guadagno non solo dalla vendita di voli, ma anche dall'offerta di noleggio auto e prenotazioni alberghiere direttamente sul suo sito web. Se un cliente prenota il volo altrove, non spenderà denaro aggiuntivo con la compagnia».

Il nodo del riconoscimento facciale

Come scritto in apertura di articolo, la rimozione dei voli Ryanair dai siti delle agenzie di viaggio online non è che l’ultimo capitolo di una lunga battaglia tra le parti. A questo punto vale allora la pena ricordare un’altra questione spinosa: quella del riconoscimento facciale. Alla fine di luglio dello scorso anno, infatti, l’organizzazione per i diritti digitali noyb aveva sporto denuncia contro la compagnia aerea low cost. L’accusa era di «violare volontariamente il diritto dei propri clienti alla protezione dei dati al fine di ottenere un vantaggio competitivo sleale rispetto a canali di prenotazione alternativi». Il vettore irlandese chiede infatti una verifica tramite riconoscimento facciale a coloro che hanno prenotato un suo volo tramite un sito terzo.

Non è comunque stata solo noyb a presentare un reclamo all'AEPD, l'Agencia Española de Protección de Datos. In Italia, a inizio luglio dello scorso anno è stato notificato al tribunale di Milano un atto di citazione, un’azione collettiva di concorrenza sleale. Lo ha fatto la Fiavet, Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo, associazione di categoria che aderisce a Confcommercio e riunisce circa 1.400 tra agenzie e tour operator. Al centro della disputa, la vendita dei biglietti aerei che Ryanair effettua solo sul proprio sito. Ma non solo. «Se ad acquistare è un singolo viaggiatore non ci sono problemi. Se lo fa un intermediario, il vettore irlandese prima vende il biglietto, poi cerca in tutti i modi di ostacolare la procedura di check in online, ad esempio chiedendo il riconoscimento facciale di ogni viaggiatore, in una procedura complessa e da concludere in tempi limitati» ha spiegato il legale di Fiavet, Federico Lucarelli.

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