William Lai ha ufficialmente giurato come nuovo presidente di Taiwan

Il nuovo presidente di Taiwan, Lai Ching-te (William Lai), ha prestato oggi giuramento, in una cerimonia alla quale hanno partecipato decine di delegazioni straniere, secondo le immagini di un pool video ufficiale.
Lai ha giurato nel palazzo presidenziale di Taipei, così come la nuova vicepresidente Hsiao Bi-khim. Succede a Tsai Ing-wen, i cui otto anni al potere hanno visto un peggioramento delle relazioni con Pechino a causa del suo rifiuto di riconoscere il «Consenso del 1992» e '«Il principio della Unica Cina».
Lai e la Hsiao, ex ambasciatrice de facto negli Stati Uniti, dovranno fare i conti con la crescente pressione militare cinese e un parlamento ostile.
Nel suo discorso inaugurale, il neopresidente ha detto che Taiwan e Cina dovrebbero lavorare insieme «per la pace e la stabilità» nello Stretto di Taiwan. «La gente di Taiwan e della Repubblica popolare non sono subordinate tra loro», ha aggiunto chiedendo alla Cina di smettere «di minacciare politicamente» l'isola. Lai ha quindi chiesto a Pechino di cessare le sue azioni aggressive. «I benefici reciproci e la prospera convivenza dovrebbero essere obiettivi comuni. Spero che la Cina affronti la realtà dell'esistenza della Repubblica Cinese». Il neopresidente ha poi sottolineato che di fronte «alle numerose minacce e tentativi di infiltrazione dobbiamo dimostrare la determinazione nel difendere la nostra nazione e dobbiamo anche aumentare la nostra consapevolezza in materia di difesa e rafforzare il nostro quadro giuridico per la sicurezza nazionale»
«Democrazia, pace e prosperità costituiscono la tabella di marcia di Taiwan e sono anche il nostro collegamento con il resto del mondo. Siamo cresciuti fino a diventare una delle democrazie più vivaci del mondo», ha poi sottolineato Lai. «Taiwan è già un faro globale e questo onore appartiene a tutto il suo popolo.
«Il futuro che decidiamo non è solo quello della nostra nazione, ma quello del mondo», ha aggiunto riferendosi non solo alla democrazia dell'isola, ma alle sue esportazioni e all'economia globale. «Taiwan ha bisogno del mondo, proprio come il mondo ha bisogno di Taiwan».
Blinken si congratula con il neopresidente taiwanese Lai
In seguito al giuramento di Lai, non si sono fatte attendere le reazioni a livello internazionale. Il segretario di Stato americano Antony Blinken si è congratulato con il neopresidente rilevando di attendere con impazienza la possibilità che Washington e Taipei approfondiscano i legami e mantengano «la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan». «Ci congratuliamo anche con il popolo di Taiwan per aver dimostrato ancora una volta la forza del suo sistema democratico robusto e resiliente», ha aggiunto Blinken in una nota.
«L'indipendenza di Taiwan è un vicolo cieco»
L'indipendenza di Taiwan è «un vicolo cieco». È il monito di Pechino dopo il primo discorso di William Lai da presidente dell'isola che la Cina considera una parte «inalienabile» del suo territorio da riunificare anche con forza, se necessario.
«L'indipendenza di Taiwan è un vicolo cieco: non importa sotto quale forma o bandiera, il perseguimento dell'indipendenza e della secessione di Taiwan è destinato a fallire», ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, parlando nel briefing quotidiano.
I social cinesi bloccano l'hashtag con il nome di Lai
La piattaforma di social media cinese Weibo ha bloccato l'hashtag con il nome del neopresidente di Taiwan. «Secondo le leggi, i regolamenti e le politiche pertinenti, il contenuto di questo argomento non è stato visualizzato», è il messaggio che appare da questa mattina se si cerca il nome di Lai. Non è chiaro quando l'hashtag è stato bloccato. Un altro hashtag, «Taiwan 520 nuove autorità entrano in carica», è stato rimosso.
Weibo blocca spesso i temi ritenuti politicamente sensibili per evitare che diventino trend sulla piattaforma, utilizzata da centinaia di milioni di persone in Cina. Durante le elezioni presidenziali di Taiwan del 13 gennaio, ad esempio, la piattaforma bloccò un hashtag sul sondaggio dei candidati dopo che era diventato uno degli argomenti di maggiore tendenza.
Si è parlato poco dell'insediamento di Lai nei media statali cinesi: né l'emittente Cctv né il Quotidiano del Popolo, l'organo del partito comunista, ne hanno dato notizia sulle loro home page questa mattina.