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Xi convoca il vertice del Partito: la Cina prepara il Piano quinquennale per sfidare l’America di Trump

Nel quarto Plenum, oltre 200 alti funzionari del Partito comunista definiscono il piano 2026-2030 tra economia in affanno, crisi immobiliare e tensioni con Washington, mentre Xi punta su autosufficienza tecnologica, sicurezza nazionale e stabilità interna
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Ats
20.10.2025 19:17

Il presidente cinese Xi Jinping ha convocato in conclave gli oltre 200 funzionari di più alto livello del Partito comunista nel quarto Plenum del Comitato centrale che, fino a giovedì, dovrà tracciare la visione strategica del XV Piano quinquennale. La sua copertura, dal 2026 al 2030, lo trasforma nella risposta mirata alle politiche del presidente americano Donald Trump, il cui mandato scade tra poco più di tre anni, mentre si intensificano le tensioni tra Cina e Usa.

Il senso d'urgenza di Xi è dettato dall'economia mandarina, stretta tra consumi asfittici, crisi immobiliare e deflazione radicata, quando le turbolenze esterne dei dazi e della guerra commerciale con Washington sono destinate a pesare di più. Uno scenario di cui il Pil cinese nel terzo trimestre ha dato una rappresentazione plastica: un rialzo annuo del 4,8%, in rallentamento sul 5,2% di aprile-giugno.

Nei primi 9 mesi del 2025 la crescita è stata del 5,2%, tenendo Pechino in condizioni di poter centrare l'obiettivo ufficiale di «circa il 5%» per l'intero anno. Anche se, ha messo in guardia Goldman Sachs, «nei prossimi trimestri sarà ancora necessario un allentamento graduale e mirato per garantire crescita stabile e occupazione nel prossimo anno». Le ragioni della banca d'affari Usa sono presto spiegate: i dati di settembre hanno gettato ombre sull'ultimo scorcio dell'anno. I prezzi delle nuove case in 63 delle 70 città monitorate sono calati sul mese precedente, rispetto alle 57 di agosto. Le vendite al dettaglio sono salite del 3% dal 3,4% di agosto e al tasso più basso da novembre 2024. Gli investimenti in asset fissi si sono indeboliti per il sesto mese consecutivo: -0,5% a gennaio-settembre rispetto alla crescita dello 0,5% nei primi otto mesi, con la componente immobiliare a -13,9%. La disoccupazione nelle aree urbane si è attestata al 5,2%.

La produzione industriale, nota positiva, è balzata del 6,5%, oltre le attese e ai massimi degli ultimi tre mesi. L'export è rimasta solido, con un calo di spedizioni verso gli Stati Uniti compensato da quelle verso altre aree.

Con il Plenum a poco più di una settimana dall'incontro Xi-Trump a margine del forum Apec in Corea del Sud, l'attenzione è rivolta ai segnali sul piano 2026-2030 di sviluppo economico-sociale la cui versione completa sarà redatta in seguito e approvata dall'Assemblea nazionale del popolo, il ramo legislativo del Parlamento mandarino, a marzo del 2026. La gran parte degli analisti stima che la Cina andrà avanti sia con gli sforzi di autosufficienza su scienza e tecnologie avanzate, sia con la stretta sulla «involuzione», la feroce concorrenza interna su settori come veicoli elettrici ed energie rinnovabili. Ci sono le attese di un focus su intelligenza artificiale, robotica e sicurezza nazionale. Mentre qualsiasi elemento su terre rare e sicurezza alimentare sarà valutato con attenzione, dopo che l'ulteriore stretta di Pechino sui minerali strategici e il blocco degli acquisti di soia Usa (azzerati a settembre, prima volta dal 2018). Anche i consumi delle famiglie avranno spazio: allo stato valgono solo il 40% dell'economia, ben al di sotto dei livelli di Usa e Ue.

Infine, c'è il nodo delle cariche: venerdì scorso, ad esempio, il Pcc ha espulso 9 militari di vertice (di cui 8 membri del Comitato centrale), tra cui He Weidong, scelto di persona da Xi come secondo generale dell'Esercito popolare di liberazione, e Miao Hua, il massimo rappresentante politico all'interno dell'esercito, a causa di «gravi violazioni della disciplina e della legge», la formula usata per indicare la corruzione.