Svizzera

Zurigo: un comune ha sbagliato, ma le elezioni non vengono rimandate

Il comune di Geroldswil nella busta ufficiale con il materiale di voto ha inserito un volantino del PLR
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Ats
08.02.2023 13:23

Decisione salomonica nel canton Zurigo in merito a ricorsi sulle votazioni cantonali in programma domenica 12 febbraio: pur rimproverando il comune di Geroldswil, che nella busta ufficiale con il materiale di voto ha inserito un volantino del PLR, il cantone ha deciso che le elezioni non saranno posticipate.

Il Dipartimento di giustizia ha annunciato oggi di avere parzialmente accolto due ricorsi sul diritto di voto presentati da quattro sezioni di partito (PS, Verdi, Partito evangelico e Lista alternativa) e da un candidato verde-liberale al Gran consiglio che studia diritto.

Il comune di Geroldswil ha «violato la libertà di voto dei suoi elettori», scrive il Dipartimento nella sua decisione. La legge cantonale sui diritti politici non prevede in effetti l'invio di materiale pubblicitario nella busta elettorale ufficiale.

Malgrado ciò, sarebbe irragionevole rimandare le elezioni per un'irregolarità commessa in un comune dover risiede soltanto lo 0,25% di tutti gli elettori. La decisione del Dipartimento cantonale non è ancora definitiva: i ricorrenti possono in teoria ancora rivolgersi al Tribunale amministrativo cantonale e chiedere l'applicazione dell'effetto sospensivo.

Una decisione in merito arriverà però in ogni caso dopo l'appuntamento elettorale. E se i ricorrenti dovessero ottenere ragione c'è addirittura il rischio che tutto andrebbe rifatto.

La vicenda del materiale pubblicitario del PLR inserito nelle 2975 buste con il materiale di voto spedite dalle autorità di Geroldswil era venuta alla luce lo scorso 23 gennaio in seguito ad un comunicato diffuso dalla locale sezione dell'UDC.

Le autorità comunali hanno in seguito cercato di correre ai ripari con un avvertimento sul sito del comune e con un inserzione pubblicata il 26 gennaio fra le informazioni ufficiali della «Limmattaler Zeitung». In seguito alle critiche arrivate da più parti, il 27 gennaio il comune ha riconosciuto l'«errore» con una lettera recapitata a tutti gli iscritti al catalogo elettorale.