Opinione

Autopostale: il monopolista che se ne infischia

L'opinione di Siria Parzani, membro di comitato ASP
©Chiara Zocchetti
Red. Online
05.05.2025 17:25

La disponibilità di servizi di trasporto pubblico in Ticino, si sa, non è esattamente delle migliori: prezzi alti, fasce orarie strette e circolazione limitata. Insomma, i ticinesi che non vogliono o sarebbero comunque disposti a rinunciare a spostarsi con un veicolo privato ne sono spesso impediti per questa serie di fattori. Quando poi si tratta degli abitanti di zone particolarmente periferiche, come ad esempio le valli, la difficoltà si acuisce.

Fortunatamente però alcune zone sono riuscite, lungo il corso degli anni, ad essere meglio coperte: è il caso della Valle di Blenio, in cui le Autolinee Bleniesi SA (ABL), società di natura para-pubblica, si sono ingaggiate nel servizio di trasporto di abitanti, visitatori e turisti nei vari insediamenti, piuttosto isolati, della vallata. Dal 1973, anno della fondazione, le ABL sono diventate un importante mezzo per la mobilità in questa zona, ed avendo dimostrato qualità, disponibilità ed economicità dei propri servizi, oltre che spirito di adattamento ai cambiamenti avvenuti in questi 50 anni, nel 2023 le è stata nuovamente rinnovata la concessione per la Valle di Blenio per i dieci anni successivi.

Oltre che dall’ABL, la tratta delle zone interessate (Valle di Blenio e limitrofi) è gestita dalla ditta Autopostale, primo fornitore di trasporto su gomma del paese e ricevitrice, dunque, di una buona quota di concessioni, in Ticino ma anche in Svizzera. Storicamente legata alle ex-regie federali, negli ultimi anni la ditta specializzata nei trasporti via autobus (che riceve fino al 50% di sussidi per offrire i suoi servizi) si è distinta, più che per la puntualità, per la distorsione della concorrenza, scoperta nel 2018 dall’Ufficio federale dei trasporti (UFT) che ha riscontrato delle anomalie nella revisione del conteggio delle prestazioni. Nonostante abbia dovuto rimborsare al Canton Ticino 14 milioni di franchi (e nonostante il conseguente danno d’immagine che ne è derivato), l’impresa di trasporti dai riconoscibili mezzi gialli applica sistematicamente una politica aggressiva e sleale che si basa sugli assuntori postali, con i quali può eludere il CCL e ottenere un vantaggio fino al 20% sul costo delle tratte a evidente discapito dei salari.

In ottica della pianificazione della nuova linea Biasca-Diesentis, l’ABL ha collaborato attivamente con Autopostale Grigioni, presentando poi un’offerta per l’esercizio della linea e dicendosi comunque disponibile a gestirla congiuntamente ad Autopostale Grigioni. Essendosi mostrata quest’ultima bendisposta ad affidare la tratta all’ABL, è stata con notevole sorpresa che, nel momento di presentare l’offerta, non solo Autopostale ha richiesto la concessione per la linea Diesentis-Biasca, ma questa le è persino stata confermata dall’UFT. In seguito al ricorso di ABL, trovatasi a questo punto in difficoltà, i suoi membri di CdA che più spingevano per il ricorso sono stati esonerati dal loro incarico con effetto immediato.

La tutela degli interessi pubblici e il rispetto di una concorrenza leale non paiono più quindi essere prioritari per Autopostale, azienda per la quale nel 2025 sono comunque preventivati contribuiti per un totale di quasi 46 milioni di franchi. Il Consiglio di Stato potrebbe perlomeno far leva per una condotta migliore dell’impresa di trasporti leader sul mercato, mentre a quanto sembra di capire non osa nemmeno rimproverare, in un atteggiamento di sudditanza, il concessionario parastatale.

Tutto ciò, inutile dirlo, a scapito degli utenti, dei lavoratori e delle lavoratrici e delle aziende del trasporto su gomma che rispettano il CCL.