Attenzione ai falsi Babbi Natale

di EMANUELE GAGLIARDI - I bambini (quelli che ci credono ancora) li aspettano con impazienza. Magari per diversi giorni, nel mese di dicembre, hanno scritto loro una letterina, segnalando una lunga lista di regali che vorrebbero trovare, il giorno di Natale, sotto l?albero o davanti al camino (chi ce l?ha). C?è chi attende il 25 con impazienza (per qualcuno è addirittura il 24, la Vigilia, la sera, il momento dell?apertura dei doni), per vedere cosa ha portato loro, a bordo della slitta trainata dalle renne, Babbo Natale. Per altri, invece, i pacchetti infiocchettati li recapita, a piedi nudi, Gesù bambino.
Babbo Natale, figura amata dai piccini ed in parte contestata da chi lo pensa personaggio più legato ai riti del consumismo sfrenato d?oltreoceano che a San Nicola e alla tradizione europea, arriva, preferibilmente, di notte. Si intrufola nelle abitazioni chiuse a chiave attraverso il camino o da un altro pertugio.
Il risultato è lì da vedere il giorno seguente, per la gioia di grandi e piccini: pacchetti grandi e piccoli disseminati, ogni anno, sempre nello stesso posto del salotto o della cucina, con tanto di nomi dei destinatari. E allora tutti ad aprire, con la speranza che i propri desideri siano stati esauditi.
Babbo Natale, in passato, era una figura che incuteva rispetto. Lo si immaginava sempre al lavoro durante l?anno nel suo laboratorio al Nord, immerso in paesaggi fiabeschi incorniciati da una neve perenne. Compariva, all?improvviso, la notte di Natale: e nessuno riusciva mai a vederlo.
Adesso, invece, è diventato come il prezzemolo: lo si scorge dappertutto, lontano dal suo laboratorio. In televisione (basta fare zapping sui canali esteri), a volte, reclamizza prodotti dolciari, porta regali ad ogni ora del giorno della notte, con settimane di anticipo sul Natale. Non mancano, poi, servizi giornalistici che mostrano vegliardi che cavalcano le onde dell?oceano, che partecipano al maxiraduno di Babbi Natale a New York e che finiscono (notizia di qualche giorno fa) in buona parte ubriachi.
Chissà che cosa pensano i piccini che hanno scritto al loro Babbo Natale, figura austera in cui credono (per ora) e che incute rispetto, una letterina con i desiderata. Certo, ci saranno, speriamo, i genitori a dare le spiegazioni del caso.
Chiarimenti indispensabili pure per l?altra recente informazione riguardante quelle persone che, travestite da Babbi Natale, sempre a New York, non hanno trovato di meglio da fare che picchiare di santa ragione alcuni malcapitati passanti, impegnati a camminare, con molta attenzione, sulle strade imbiancate dalla neve. Qualcuno ha filmato il tutto e la scena ha fatto il giro del mondo.
Qualche bambino, a questo punto, avrà sicuramente rivisto le proprie posizioni per quanto riguarda il popolare personaggio, che solitamente si presenta allegro, munito di campanella, pronto a consegnare, quando esce in pubblico durante manifestazioni benefiche natalizie e nei mercatini di dicembre, dolciumi e regalini ai piccini che gli si avvicinano, non di rado, sospettosi; a volte spinti addirittura dai genitori che dicono: «Su, non avere paura, non ti mangia mica». Sì, però i Babbi Natale di New York menavano a destra e a manca, penserà qualche bimbetto.
C?era una volta Babbo Natale: il personaggio delle fiabe, protagonista di qualche vecchio (o recente) film, rappresentato sui calendari d?avvento, legato a San Nicola. Adesso ne sono arrivati altri, decisamente troppi. Ragazzi attenzione, occorre distinguere bene. Altrimenti sono guai e si rischia di rimediare, magari, qualche ceffone.