Dopodomani

Avvertenze sui social

Mettere in guardia da un pericolo e proporre misure per contrastarlo è una buona cosa – Proprio quello che vuole fare la massima autorità sanitaria americana (Surgeon General) per proteggere i più giovani dalle insidie dei social media
Patrizia Pesenti
Patrizia Pesenti
10.07.2024 06:00

Alla fine degli anni Novanta quando gli incidenti d’auto provocavano troppe morti ritenute evitabili, tra le altre misure, si sono introdotte le cinture di sicurezza. Oggi le usiamo senza pensarci e i morti sulla strada sono diminuiti. Anche sui pacchetti di sigarette i messaggi dissuasivi ci sono da circa quindici anni e l’effetto è positivo.

Mettere in guardia da un pericolo e proporre misure per contrastarlo è una buona cosa. Proprio quello che vuole fare la massima autorità sanitaria americana (Surgeon General) per proteggere i più giovani dalle insidie dei social media. Il Congresso americano deciderà a breve se introdurre un avvertimento sulla prima pagina dei social: «Può danneggiare la vostra salute mentale». Vogliono soprattutto che TikTok, Facebook o Instagram lascino perdere tutti gli accorgimenti tecnici messi lì apposta per tenere incollati i giovani alle loro piattaforme. Per esempio, le notifiche push, che richiamano continuamente l’attenzione - caso mai uno si fosse distratto nel mondo reale e per qualche istante e avesse osato mettere giù il telefonino. Ma anche l’autoplay che fa andare da un content all’altro senza averne l’intenzione. E ancora, l’offerta di poter «scrollare» senza mai fine. Online i bambini e i giovani trovano di tutto, purtroppo un sacco di cose violente, non adatte alla loro età. Sui social sono vittime di bulli e nei peggiori casi subiscono abusi. Ma già solo il confronto continuo con modelli irraggiungibili - perché finti nella loro perfezione - getta molti adolescenti nella disperazione. La massima autorità medica americana parla senza mezzi termini di una emergenza e chiede che quando si apre la app appaia un avviso: «Questi sono i pericoli a cui andate incontro». Per una volta il congresso americano non è neppure diviso politicamente, le misure sono sostenute da membri di entrambi i partiti.

La parte migliore di queste proposte è che, per una volta, i genitori non sono automaticamente sul banco degli imputati. Il Surgeon General, padre lui stesso di due ragazzi giovani, riconosce come per i genitori sia difficile dire ai propri figli di limitare il tempo sui social. Impensabile controllare i contenuti. Un genitore o toglie del tutto il telefonino o lascia i figli alla mercé degli algoritmi di TikTok o Instagram. Impossibile poi esercitare un controllo decente quando si sentono rispondere che «tutti gli altri possono». Ecco perché l’autorità sanitaria US consiglia ai genitori di mettersi assieme in associazioni, di sostenersi vicendevolmente affinché possano esercitare la loro funzione, far sentire la loro voce per proteggere i loro figli. Tra l’altro, uno degli aspetti più insidiosi per i genitori è arrancare dietro alle nuove mode dei social. Sentirsi un alieno rispetto al «progresso» rende difficile mettere in salvo i propri figli. In realtà le tecniche subdole usate dai social per agganciare e intrappolare bambini e adolescenti, non sono certo un progresso - inteso come acquisizione di nuove competenze, libertà e benessere. Sono solo strategie aziendali - tremende e dannose per i più giovani.

La buona notizia è che ben 46 dei 50 Stati americani hanno intentato causa contro Meta accusandoli di ingannare il pubblico sui pericoli di Facebook e Instagram. Pericoli che le BigTech conoscono bene ma non affrontano mai perché per loro significherebbe una diminuzione del traffico sulle piattaforme e quindi degli introiti. Quanto trapela dalle cause in corso fa accapponare la pelle. Al di là di tutte le melense dichiarazioni di «volere il bene dell’umanità» Meta non sembra abbia mai seriamente inteso introdurre filtri per proteggere i bambini e adolescenti dall’adescamento sessuale, dalle molestie, dal bullismo e dalle umiliazioni. Tra gli obiettivi di Meta sembra ci sia da anni proprio l’aumento del tempo quotidiano dei più piccoli sui loro social. Forse un avviso «Attenti, potrebbe danneggiare la vostra salute» parrà poca cosa, ma è certo un passo nella giusta direzione.