Banca nazionale, si fa presto a dire utili

IL COMMENTO DI CARLO REZZONICO
Carlo Rezzonico
Carlo Rezzonico
17.01.2018 06:00

di CARLO REZZONICO - L'utile di 54 miliardi di franchi che la Banca nazionale svizzera (BNS), secondo le stime comunicate i giorni scorsi, avrebbe conseguito nel 2017 ha fatto colpo sulla popolazione e suscitato immediatamente desideri sul suo impiego. Bisognerebbe però tener conto delle osservazioni che espongo sotto.

Prima osservazione. In seguito agli interventi sui mercati delle divise per impedire al franco di rafforzarsi la BNS ha ampliato massicciamente i suoi averi in valute estere. In queste condizioni basta un piccolo spostamento dei cambi per causare forti utili o perdite. Nel 2017 è avvenuto un aumento del corso dell'euro rispetto al franco ed è scaturito un guadagno. Sarebbe bastato un lieve indebolimento della valuta europea per far subire una perdita dello stesso ordine di grandezza. Naturalmente, considerata l'attuale euforia per l'euro, non si può escludere che nei prossimi mesi o anni seguano altri grossi utili; ma presto o tardi una resa dei conti sarà inevitabile. L'aleatorietà dei guadagni della BNS non consente impieghi particolari, soprattutto nel periodo medio o lungo.

Seconda osservazione. Se l'euro nel 2017 ha raggiunto un corso alto rispetto al franco, ciò è dovuto in larga misura al comportamento della BNS stessa con gli interventi sui mercati delle divise, gli interessi negativi e l'incoraggiamento dato a operazioni di carry-trade in cui il franco costituisce la moneta di finanziamento (la volontà della nostra banca centrale di tener basso anche in futuro il valore del franco esclude per chi effettua operazioni di questo genere gran parte dei rischi). Pertanto si può affermare che la BNS ha il singolare privilegio di influire fortemente sui prezzi ai quali i suoi attivi vengono valutati e quindi sui suoi utili.

Terza osservazione. Si consideri la concatenazione di fatti seguente: la BNS consegue guadagni alti grazie al rafforzamento delle valute estere, le valute estere sono forti rispetto al franco, tra l'altro, a causa degli interessi bassissimi, nulli o perfino negativi (se si tien conto dell'inflazione e dell'imposta sulla sostanza decisamente negativi in termini reali), gli interessi negativi danneggiano i risparmiatori. Giustizia esigerebbe che, se proprio si volessero distribuire gli utili della BNS, i primi soggetti economici da considerare sarebbero i risparmiatori, per restituire quanto è stato loro sottratto.

Quarta osservazione. Ha un senso parlare di utili se gli attivi sui quali essi vengono conseguiti possono essere venduti facilmente. Ho già scritto che gli utili della BNS sono fragili perché le valute estere potrebbero indebolirsi. Qui aggiungo che se la BNS vendesse anche soltanto l'1% dei suoi averi in valute estere, ossia molto approssimativamente il controvalore di sette miliardi di franchi, assisteremmo subito a un crollo dei cambi, per cui il rimanente 99% perderebbe una grossa fetta del suo valore e gli utili miliardari si trasformerebbero in aria che vola.

Quinta osservazione. Se, dando seguito a certe richieste emerse in questi giorni, la BNS volesse utilizzare i suoi guadagni per investimenti in Svizzera oppure per scopi sociali, dovrebbe per forza di cose vendere una parte consistente dei suoi averi valutari e convertirli in franchi, facendo salire la domanda della nostra moneta e di conseguenza rafforzandola sui mercati delle divise. Con ciò farebbe il contrario di quanto ha messo faticosamente in campo per indebolirla.

Conclusione. Gli utili della BNS possono essere considerati tali solo forzando la realtà. Nascono da una fila di anormalità e di conseguenza non possono essere visti né trattati in modo normale.