Il commento

Carlo III, il trono inglese è appeso alle flebo

Il cancro reso pubblico dal sovrano ha creato inquietudine nel Regno Unito (e non solo)
Antonio Caprarica
07.02.2024 23:30

Quando gli inglesi sono giù di corda, di solito un matrimonio reale è quel che serve per tirare su il morale. La sposa in merletti bianchi, lo sposo nervoso che l’accoglie all’altare, la folla festante che fa ala al corteo nuziale e, naturalmente, fiumi di birra. Un allegro diversivo per i sudditi e un’eccellente occasione per la monarchia di esibirsi in gran spolvero. L’Inghilterra in effetti è in depressione, in tutti i sensi. Ma la famiglia reale non può aiutare. Anzi. Il cancro reso pubblico da Carlo III aggiunge inquietudine, a Corte e nel Paese. La Corona invecchia, e non ci sono principi in età matrimoniale: il più vicino, George, ha appena 10 anni. Le sole possibili nozze reali di cui si chiacchiera a Londra sono – udite udite – quelle del principe Andrea e dell’ex moglie Sarah Ferguson. E non sembra una grande idea.

La rossa Fergie ha spesso confidato: «Andrea e io siamo la più felice coppia divorziata del mondo». In effetti il matrimonio è finito nel ’92 ma la convivenza mai. I duchi di York abitano in ali separate del Royal Lodge, una reggia nel parco di Windsor abbastanza vasta (30 stanze) da permettere ai due di condurre vite indipendenti, ma anche di prendere il tè assieme quasi ogni giorno. Lei è seriamente ammalata, lui ha gravi guai giudiziari. Insomma, più che un ritorno di fiamma amoroso, si tratterebbe di un matrimonio di mutuo soccorso, al quale re Carlo – dicono a Corte - a differenza di mamma Elisabetta non si opporrebbe.

Che succeda oppure no (sono vent’anni che se ne chiacchiera), sulla storia aleggia un’inconfondibile aura di mestizia. Che fa tutt’uno con le ombre cupe che si allungano su Buckingham Palace e, più in generale, su Londra. I malanni fisici che hanno colpito i Windsor in rapida successione hanno un che di biblico. Già allarmava la sparizione dalla scena della principessa di Galles anche dopo l’uscita dalla London Clinic. Ora si è aggiunto l’annuncio del cancro del re (non alla prostata, appena operata). E questa notizia imprime un’urgenza politica al permanente mistero sulla cartella clinica della nuora e futura regina.

Anche nella malattia Carlo si è confermato innovatore. Mai prima d’ora i monarchi avevano rese pubbliche le informazioni sul loro stato di salute. Il comunicato ufficiale di Buckingham Palace inaugura un’era di trasparenza alla quale sembra strano voglia sottrarsi Kate. Il fatto che invece persista nella riservatezza, per quanto legittima, solleva interrogativi preoccupati sulle sue effettive condizioni di salute, e sulle possibili ripercussioni sul futuro del trono. Questa giovane donna di origini borghesi è oggi l’asset più prezioso della monarchia, la sua immagine più affascinante. La serietà della malattia di Carlo non fa che sottolineare la necessità del ruolo di supplenza dei giovani Galles. Ma come, con Catherine convalescente ancora per mesi e William occupato a curarsi di lei e dei bambini?

La morte della regina Elisabetta fu giustamente definita «zeitenwende», una svolta epocale: con lei se ne andava non solo un simbolo dell’Inghilterra ma una chiave di volta delle istituzioni, un fattore di stabilità in un Paese sottoposto dalla politica a violente scosse telluriche. A otto anni dal referendum, il Regno Unito fa i conti fallimentari della Brexit, e non trova più nemmeno nella Corona la bussola ormai smarrita a Downing Street.

Il premier Rishi Sunak, il terzo della legislatura, è contestato dai suoi stessi deputati Tory perfino a pochi mesi dalle prossime elezioni. Il partito conservatore è lacerato tra un’ala destra e una ancora più a destra. I sondaggi da 800 giorni danno ai laburisti un vantaggio incolmabile ma se davvero vinceranno si troveranno tra le mani un Paese piegato dalla crisi economica, assillato dall’inflazione e sfiduciato come nei mesi bui del COVID. Allora ci fu Elisabetta ad andare in tv per sollecitare i sudditi a mostrare stoicismo e resilienza. Oggi Carlo, anche volendo, non potrebbe. Nessuno può dire quanto durerà il trattamento contro la malattia, e come reagirà.

Harry si è finalmente fatto vivo con il padre, facendogli visita a Londra. Mai come ora i Sussex potrebbero essere utili alla Corona e al Paese ma si sono autoesiliati. Tocca ai reali anziani tenere a galla la barca: Camilla, la principessa Anna, il fratello Edoardo. In un Paese già afflitto dalla sindrome della decadenza, ci vorrebbe qualcuno in grado di ispirare più entusiasmo. Per la Corona è tutto. Come ripeteva sempre la compianta Elisabetta: «Devono vedermi per credermi».

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