«Ci spostiamo solo a Christiania»

«Sai Jens, mi sono appena comprato una Porsche...». «E chissenefrega!». Di fronte a un simile annuncio, noi la reazione dell’abitante medio di Copenhagen la immaginiamo così. Sì, perché nella capitale danese se preferisci l’auto alla bicicletta sei semplicemente out. O uno sfigato, vedete voi. Dal giovanissimo al pensionato, qui, si viaggia quasi esclusivamente sulle due ruote. Trotinette comprese.
Mentre ci spostavamo dall’aeroporto all’hotel dove alloggiano i bianconeri e buona parte dei tifosi siamo dunque rimasti colpiti da un aspetto: i posteggi riservati ai veicoli sono l’eccezione. Altro che tassa di collegamento, insomma. Copenhagen è una città all’avanguardia e non solo sul piano della mobilità. Come le vetrate del «Diamante nero», l’affascinante costola della biblioteca reale, in qualche modo sembra racchiudere le migliori sfumature di altri gioielli europei. Un po’ Londra, un po’ Parigi, senza dimenticare le assonanze con Amsterdam e - sostengono alcuni - Bruxelles. In poche parole: una fonte d’ispirazione per architetti e urbanisti.
Noi però una visita la suggeriamo anche ai municipali e consiglieri comunali di Lugano, chiamati di questi tempi a sciogliere il garbuglio dell’ex Macello e dei suoi occupanti. Sfruttando un momento libero abbiamo visitato la comunità alternativa di Christiania, celebre per il suo concetto di autogestione. Ad accoglierci graffiti, bizzarre casette fai da te, costruite con materiali di recupero, e un odore stupefacente nell’aria. Se fosse un profumo, azzarderemmo un Cannel nr. 5. Impossibile, per altro, non provare un pizzico di compassione per la coppia di poliziotti che nella famigerata «Pusher street» tenta - sapendo perfettamente di non riuscirci - di arginare lo spaccio.
Per questo posto, ne siamo certi, i molinari di casa nostra farebbero carte false. Al grido, parafrasando un popolare slogan, cara politica se proprio vuoi offrirci una sistemazione «ci spostiamo solo a Christiania».